THE HUMBLING

(Regia: Barry Levinson, 2014, con Al Pacino, Greta Gerwig, Dianne Wiest)

THE HUMBLING

Dispiace vedere Pacino al centro di un film inconsistente, vagare e vaneggiare sul rapporto teatro/vita, sul talento che fu, e che ora non è più. Spaesato come l’opera tutta, il nostro Al galleggia imbambolato nel film di Levinson – passato allo scorso Festival di Venezia e ancora inedito nelle nostre sale – cianciando cose, autocommiserandosi, tirando tristemente le somme della sua vita oramai giunta al tramonto, come la sua arte: attore senza più un ruolo da interpretare e attraverso il quale sentirsi vivo, sul palcoscenico come nella vita, ridotto a fantasma di se stesso. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Philip Roth, messo in scena (col pilota automatico) da Barry Levinson, rimastica stancamente cose viste e sentite più e più volte, senza riuscire mai ad elevarsi, privo di una qualsiasi cosa che riesca svettare su tutto il resto. The Humbling è talmente vago e fumoso, da non riuscire nemmeno a suscitare antipatia, ma solo triste indifferenza, e in fondo un briciolo di tenerezza.(fc)

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