L’unica idea originale dello script di John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein (anche registi) è quella di mettere in scena un film che sia al contempo un remake, un sequel e un reboot del classico (più in patria che da noi) National Lampoon’s Vacation (1983). Per il resto gli autori dei due deprecabili Come ammazzare il capo e del simpatico sequel di Piovono Polpette, sostituiscono allo stralunato humour di John Hughes (e Chevy Chase) il solito corollario di trivialità, battutacce a sfondo sessuale, umorismo corporale (vomito, peni extra large ecc.) che nell’era post-Farrelly sembra paleolitico e non fa ridere nessuno. Peccato, perché il cast è in palla (occhio a un paio di comparsate a sorpresa) e quando il film non si gioca la carta della volgarità a tutti i costi, come nella sequenza dell’esperto di rafting (Charlie Day) che decide di suicidarsi dopo essere stato scaricato dalla fidanzata, si ride pure. (ap)