LA LEGGE DEL MERCATO

(Regia: Stéphane Brizé, 2015, con Vincent Lindon, Karine de Mirbeck, Matthieu Schaller, Yves Ory)

LA LEGGE DEL MERCATO

Thierry (Vincent Lindon) è un cinquantenne sposato e con un figlio disabile. Dopo un periodo di inattività e varie problematiche economiche, riesce a trovare un impiego come guardia in un supermercato.
Presentato in concorso al 68° Festival di Cannes, La legge del mercato si inserisce nel filone del dramma sociale e di attualità abbracciando la “tematica” del posto di lavoro. Ma la pellicola diretta da Stéphane Brizé si distacca con arguzia dall’ennesima rappresentazione stantia da opera di denuncia, in un film in cui a essere in discussione non è tanto il lavoro, ma la persona stessa.
Il corpo si spersonalizza e diventa trattativa per la sopravvivenza, prodotto mercificabile e quantificabile nel prezzo e costantemente tarato su parametri economico-aziendali. Inquietante e violenta nello specifico, la sequenza nella quale il protagonista Thierry (un enorme Lindon, che lavora di gesti e sguardi, e giustamente premiato a Cannes) viene esaminato da una platea di sconosciuti sul comportamento da tenere in un eventuale colloquio. E se lo stile e la messa in scena ricordano troppo il cinema dei Dardenne, Brizé sorprende anche in questo caso, con un utilizzo della camera a mano che nel finale si fa profondamente politico. Senza retorica, senza populismi, ma con grande dignità filmica. (rt)

voto_4