REGRESSION

(Regia: Alejandro Amenábar, 2015, con Ethan Hawke, Emma Watson, David Thewlis, Devon Bostick)

REGRESSION

“La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste”. Un buon assunto di partenza che decade troppo in fretta in questo thriller “dormiente” in cui falsi indizi bardano programmaticamente un discorso più ampio che, se mai esiste, è oscuro e confuso. La rinuncia voluta (?) all’introspezione fa sì che i personaggi siano pure funzioni ideali: il detective scontroso che forse si rifugia nella fede (Ethan Hawke) e lo psicologo convinto sostenitore della ragione (David Thewlis), vittime di una ragazzina (Emma Watson, non in formissima) languida e manipolatrice. Ciò che più irrita è la mancanza di approfondimento, sia sul fronte sociologico-religioso, sia su quello metodologico di analisi (la regressione del titolo, indotta da ipnosi), che cede il passo a semplici beghe familiari e a sequenze oniriche o pseudotali francamente dozzinali, anche per chi è alla semplice ricerca di spaventi, del tutto assenti. Non che Amenábar abbia mai lavorato di fioretto, ma avrebbe potuto far meglio di questo caso da episodio standard di una mediocre serie crime. (mc)

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