CHIAMATEMI FRANCESCO – IL PAPA DELLA GENTE

(Regia: Daniele Luchetti, 2015, con Rodrigo de la Serna, Sergio Hernández, Muriel Santa Ana, José Ángel Egido)

CHIAMATEMI FRANCESCO – IL PAPA DELLA GENTE

Non si è mai sazi di film sul papa, e non poteva mancare quello sull’attuale pontefice, il papa della gente e che lavora per la gente. Ci pensa Daniele Luchetti, supportato da uno sforzo produttivo non indifferente (si parla di 12 milioni di euro messi insieme da Mediaset tra Italia, Argentina e Germania), a raccontare la semplicità, i timori, i fallimenti e le conquiste argentine di Jorge Mario Bergoglio, soprattutto dentro le storture politiche del postperonismo. E fin lì il racconto infiamma: il cast tutto sudamericano sembra in parte, il regista non lesina sulle esecuzioni e sulle torture perpetrate dai militari di Videla (già mostrate in Garage Olimpo di Marco Bechis, per esempio), e anche quando i guai sembrano finiti si trova il modo di mantenere vivo l’interesse con una giusta dose di buona retorica, come quando c’è da difendere i poveri di Buenos Aires. Semmai il rischio è sempre quello agiografico, poiché la cornice pre e post conclave, che fa da cesura ai due blocchi narrativi principali, si affida troppo ad una voce over pedantemente letteraria e il finale (che tutti conosciamo) con immagini di repertorio e le prime parole da consegnare alla storia del neoeletto pontefice di turno oscurano in parte il racconto precedente. Non un’occasione persa, ma un po’ di coraggio in più non avrebbe guastato. (mc)

voto_3