PERFETTI SCONOSCIUTI

(Regia: Paolo Genovese, 2016, con Kasia Smutniak, Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher)

PERFETTI SCONOSCIUTI

Metti una sera a cena tre coppie in differenti fasi della loro relazione, un divorziato che forse ha ritrovato l’amore e un mucchio di cellulari. Non un film sulla deriva tecnologica da vaso di Pandora, bensì un kammerspiel all’italiana che giustifica le velleità poiché Genovese scrive e dirige con ritmo, ha un gruppo di attori di livello (con menzione speciale per il caustico Mastrandrea, specie nella sequenza in cui si parla di omosessualità, e per sua moglie nella finzione, la fragile Anna Foglietta) e la comicità si arresta sempre un attimo prima della soglia “grana grossa”. Più riuscito del paragonabile Il nome del figlio di Francesca Archibugi, il ricatto delle risate/lacrime a comando tipico di certe commedie nostrane attuali è quasi assente e lo spettatore più attento, se riesce a non farsi distrarre dal fragore eccessivo delle risa in sala, può scorgere tocchi di humor disperato al di là della vecchia imbellettata, per dirla alla Pirandello. Semmai, il gioc(hin)o mostra la corda per il sovraccarico di colpi di scena, unito alla pretestuosa e pacificatrice eclissi di luna, apripista della sliding door finale, messa al posto di un finale più netto, magari più beffardo di quello scelto, sempre ammiccante a una possibile tragedia che ovviamente non arriverà mai. Per il resto, tutt’apposto. (mc)

voto_3