SAUSAGE PARTY – VITA SEGRETA DI UNA SALSICCIA

(Regia: Greg Tiernan, Conrad Vernon, 2016, con personaggi animati)

SAUSAGE PARTY – VITA SEGRETA DI UNA SALSICCIA

Le stranezze della nostra distribuzione fanno sì che per Halloween esca in sala Sausage Party, film d’animazione che negli Stati Uniti ha ricevuto la classificazione “R”, ovvero un divieto ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto, mentre in Italia si è visto affibbiare un più canonico e scontato VM14. Per dirigere questa bislacca e insolita pellicola animata, dal linguaggio e dalle metafore sessuali più che esplicite, gli sceneggiatori Seth Rogen e Evan Goldberg si sono affidati a due professionisti del settore come Greg Tiernan (regista di diversi episodi del trenino Thomas) e Conrad Vernon (animatore Dreamworks già al timone di Mostri contro alieni, Madagascar 3 e Shrek 2). Rogen e Goldberg, già registi e sceneggiatori di Facciamola finita e The interview, si approcciano all’animazione in modo goliardico, provocatorio e politicamente scorretto, non modificando affatto il loro modo di fare cinema. Nel seguire le avventure della salsiccia Frank, che nella versione originale è doppiata proprio da Seth Rogen, in viaggio per scoprire cosa accade ai cibi confezionati dopo che vengono scelti dagli dei (ovvero dai clienti del supermercato) e portati nel grande oltre (il mondo esterno al market dove verranno cucinati e mangiati), si ha quasi la sensazione di assistere ad una versione demenziale di Toy Story, scurrile e pecoreccia, dove i doppi sensi e le pesanti allusioni sessuali la fanno da padrone. Non si fatica a immaginare quanto si siano divertiti gli autori nel concepire una storia che non risparmia niente e nessuno, compreso il conflitto israelo-palestinese qui rappresentato da un bagel e un lavash che litigano di continuo. Intriso di innumerevoli citazioni cinematografiche, con alcune trovate che colpiscono nel segno (irresistibile la gomma masticata su sedia a rotelle che rimanda a Stephen Hawking), Sausage Party procede per accumulo (di gag, di battute, di scorrettezze e doppi sensi) fino a risultare un po’ indigesto e, ahimè, abbastanza innocuo rispetto alle premesse e alle intenzioni dei suoi autori. Davvero un peccato perché se si fosse data una maggior solidità e compattezza alla sceneggiatura ed un taglio alle innumerevoli invettive che alla fine contribuiscono a far perdere interesse allo spettatore nei confronti della storia, sarebbe potuto uscire fuori un qualcosa di ben più originale e divertente. (bs)

voto_3