GENIUS

(Regia: Michael Grandage, 2016, con Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pearce)

GENIUS

Un affresco d’epoca patinato e illustrativo per raccontare il sodalizio professionale e l’amicizia tra l’eccentrico scrittore Thomas Wolfe (Jude Law) e il suo editor Max Perkins (Colin Firth), scopritore di Fitzgerald e Hemingway tra gli altri. Il titolo allude alla parte che i lettori forti apprezzeranno di più: un discorso sull’autorialità e la genialità, la cui attribuzione incerta è da spartire tra l’artista e il mentore capace di indirizzarne la vena creativa. Ma è difficile costruire un intero film hollywoodiano sulla poesia che si fa prosa e poi poesia narrativa. Entra in scena il privato, con tutto il suo carico di temi irrisolti: la mercificazione dell’arte e della bellezza viene confusa con la gelosia, soprattutto dal personaggio di Aline (Nicole Kidman), l’egoismo e la misoginia messi sullo stesso piano della dedizione al lavoro e poi ancora i riferimenti al jazz e alla Grande depressione. Troppa carne al fuoco prima dell’immancabile e lacrimevole saluto finale di Wolfe all’amico via posta, dopo la prematura morte (un po’ caduta dal cielo nell’economia della narrazione) del romanziere. Comunque cinema godibile, per quanto preconfezionato, soprattutto per gli appassionati di libri che hanno anche dimestichezza con i vari Shakespeare, Henry James, William Wordsworth ecc. Sempre controllato, quasi ai limiti del noncurante Firth, che non si toglie mai il cappello; Law gigioneggia come non mai. Particina per Guy Pierce nel ruolo di un affranto Scott Fitzgerald. (mc)

voto_2