IL PADRE D’ITALIA

(Regia: Fabio Mollo, 2017, con Luca Marinelli, Isabella Ragonese, Mario Sgueglia, Anna Ferruzzo)

IL PADRE D’ITALIA

L’omosessuale Paolo (Luca Marinelli) soccorre in discoteca la sbandata Mia (Isabella Ragonese) solo per scoprire che aspetta un bambino da padre ignoto. Seguirà un viaggio solo andata, lungo quanto il film, dal Piemonte al profondo Sud. Da Amelio (Il ladro di Bambini) a Virzì (La pazza gioia), sembra che per narrare grandi temi la miglior scelta sia il road movie, in modo tale da toccare (nella pratica e nella metafora) l’Italia intera. Il sentirsi “diversi”, la difficoltà della maternità, il viaggio ancora una volta come (ri)scoperta di sè: nonostante i begli spunti che la sceneggiatura mette in campo, il regista non li sviluppa a sufficienza, preoccupatissimo piuttosto di confezionare belle inquadrature e riempiendo il film di sequenze di raccordo dai tempi morti “ottusi” (che un tempo sarebbero state bollate come “da videoclip”). Manca un solido sviluppo drammaturgico, così i personaggi da archetipi diventano stereotipi. Il tono è troppo raggelato per poter parlare di lotta dei sessi, tanto che, a voler essere maliziosi, il film sembra una versione seria di Sono pazzo di Iris Blond. Per i fan degli anni 80: due canzoni di Loredana Berté in colonna sonora e la Ragonese che canta There is a Light that Never Goes Out degli Smiths. (dv)

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