PHANTOM BOY

(Regia: Jean-Loup Felicioli, Alain Gagnol, 2015, con personaggi animati)

PHANTOM BOY

Un misterioso malvivente sfigurato minaccia di distruggere New York tramite un temibile virus informatico. Sulle sue tracce il poliziotto Alex, aiutato nelle sue indagini da Léo, un ragazzino malato di leucemia che ha sviluppato l’incredibile capacità di uscire dal proprio corpo e, invisibile a chiunque, volare in giro per la città passando attraverso i muri. Dopo il passaggio alla penultima edizione del Torino Film Festival, arriva nelle sale Phantom Boy, secondo lungometraggio animato di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol, il duo transalpino che nel 2010 aveva realizzato Un gatto a Parigi, un piccolo gioiello che li aveva fatti conoscere a livello internazionale. Dopo l’ambientazione parigina del film d’esordio, i due scelgono la Grande Mela come teatro per questa nuova avventura che omaggia apertamente il noir e il poliziesco e strizza l’occhio al fantastico e ai cinecomics. Anche qui ritroviamo una grafica essenziale e un’animazione stilizzata e astratta (il super cattivo con la faccia da pagliaccio cubista sembra uscito da un quadro di Picasso) al servizio di una storia avvincente ed emozionante ad altezza bambino. Lontani anni luce dall’animazione in computer grafica che imperversa nel nuovo millennio, Felicioli e Gagnol si dimostrano ancora due autori-narratori abili e talentuosi che con fare delicato e intelligente non temono d’inserire la malattia e la morte tra le tematiche principali. Peccato solo che l’uscita di nicchia unita alla pigrizia del pubblico di casa nostra renderà il film invisibile (come il suo protagonista) ai più: e soprattutto ai bambini. (bs)

voto_4