THE PREDATOR VS. VENOM

(The Predator - Regia Shane Black, 2018, con Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Jacob Tremblay, Olivia Munn, Thomas Jane; Venom - Regia: Ruben Fleischer, 2018, con Tom Hardy, Michelle Williams, Riz Ahmed)

THE PREDATOR VS. VENOM

Due modi diversi di riproporre il passato.

Mentre i grandi franchise hollywoodiani si muovono all’unisono nella medesima direzione, bilanciando con astuzia e calcolo matematici gli elementi in grado di garantire loro successo e consensi, è quantomeno curioso che due grossi prodotti da major usciti in sala a poche settimane l’uno dall’altro rivolgano invece lo sguardo “indietro”. Consciamente, e meno consciamente, e con risultati completamente opposti.
The Predator di Shane Black vorrebbe fregiarsi di una griffe “d’autore” (anche se per chi scrive non è molto chiaro quando e per quale motivo Black sarebbe divenuto un autore da “studiare”) e difatti tenta di destrutturare il film di genere filtrandolo attraverso l’ottica nerd dello sceneggiatore dei primi due Arma Letale (e svariati altri cult appartenenti a qualche decade passata). Che lo script di questo nuovo Predator sia opera di Fred Dekker, altro “mestierante” che davamo per disperso agli inizi dei novanta, non è un caso fortuito. Il problema però è che il gioco di rimandi, citazioni, omaggi al passato, oltre a non essere più così originale da far urlare al miracolo (da Stranger Things in giù ormai è tutta una vuota riproposizione dell’immaginario degli anni ottanta) è talmente scoperto e consapevole che rischia di accontentare e divertire solo chi ha deciso di farlo preventivamente. E lo spettacolo si riduce a una bolgia demente in cui va a perdersi completamente l’alone di mistero e inquietudine che avvolgeva la creatura del film di McTiernan dell’87 (ma anche il primo sequel diretto da Hopkins si difende a dovere), e dove Black è libero di dar sfoggio a turpiloquio (il doppiaggio nostrano è un’altra nota di demerito) e innocuo gore, nell’indifferenza e nella noia generale del pubblico in sala. D’altro canto, Venom è un block buster in cui la Sony è costretta a fare di necessità virtù e, impossibilitata ad utilizzare i diritti del suo personaggio più celebre, Spider-Man, riesce a costruire un prodotto su misura per l’antieroe alieno inventato da Todd McFarlane e David Michelinie trent’anni fa. Il risultato è un film che viaggia nella corsia opposta rispetto a tutto quello che la Marvel ha costruito nell’ultimo decennio. Una basilare origin story orgogliosamente slegata da continuity infinite, che non impone allo spettatore la conoscenza preventiva dell’universo in cui si muove il protagonista, e che punta gran parte del suo appeal sulla convinzione della star del momento (Tom Hardy, che qui fa il suo in maniera convincente). Venom, pur tra inevitabili alleggerimenti (le sequenze più cruente sono rimaste sul tavolo di montaggio per non incorrere in divieti), ingenuità e passaggi a vuoto, sa rispettare la natura schizoide e bipolare del mostruoso villain Marvel e contemporaneamente rimastica con ritmo instancabile la fantascienza del passato (L’alieno, Blob, L’invasione degli ultracorpi ecc.) senza mai salire in cattedra o essere supponente, riuscendo così a diventare quello che The Predator ambirebbe ad essere sin dai primi minuti: un b-movie con i soldi. (ap)

 

The Predator: voto_1

 

Venom: voto_3

 

the predator foto1