THE LIGHTHOUSE

(Regia: Robert Eggers, 2019, con Willem Dafoe, Robert Pattinson)

THE LIGHTHOUSE

XIX secolo: su una costa abbandonata del New England, il marinaio Ephraim Winslow (Robert Pattinson) viene assunto come assistente di Thomas Wake (Willem Dafoe), irascibile guardiano del faro locale. Nella solitudine e monotonia dell’isola i due uomini saranno coinvolti in inspiegabili eventi, mentre imperversano le leggende sui misteri del faro. Presentato in anteprima mondiale al 72° Festival di Cannes nel 2019 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, The Lighthouse è il secondo film diretto da Robert Eggers, noto agli appassionati per il riuscito esordio del 2015, il notevole The Witch. Sceneggiato assieme al fratello Max Eggers (e in principio ispirato a un racconto incompiuto di Edgar Allan Poe), il film è disponibile in streaming dal 20 maggio sulle principali piattaforme on demand. Girato in pellicola 35mm, in bianco e nero e con un rapporto d’immagine 1:19:1, The Lighthouse cerca nelle sue caratteristiche specifiche di trovare una sua identità filmica. Più che nell’opera d’esordio, Eggers spinge sulla cura formale, dando al film una precisa geometria stilistica, centralizzando l’inquadratura e la composizione delle sequenze e contando su una messa in scena quasi di stampo espressionista, ben valorizzata dal lavoro fotografico del candidato all’Oscar Jarin Blaschke. L’approccio è altamente autoriale e Eggers sceglie di costruire una visione criptica e colma di simbolismi all’interno di un film a set unico (la misteriosa e abbandonata spiaggia sui cui si staglia il faro del titolo) e con soli due attori a dividersi la scena. Seppur vestito attorno alle prove esagitate del duo Pattinson – Dafoe, questo dramma/horror si perde però nella ricerca di inutili complessità e rimandi. Tornano certi elementi funzionanti di The Witch, come l’animale veicolo del maligno, ma l’atmosfera oscura di The Lighthouse è costruita e pilotata, senza uno sguardo o una motivazione originale che arricchisca il racconto. Un mix tra reale e fantastico, che però tende a ripetere quello che Eggers aveva esplicato in maniera più convincente e materica con The Witch: l’accettazione della presenza del male e la sua influenza sul mondo circostante oltre all’impossibilità di controllare e capire il diabolico. Tanto formalismo e tanta ambizione ma il rischio è che del film rimanga molto meno di quello che si può credere. (rt)

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