In un’America contemporanea in cui le streghe esistono davvero e la stregoneria non solo è illegale e messa al bando ma viene punita con la condanna a morte (tramite rogo come in epoca medievale), la giovane Claire vive con la madre e i due fratelli gemelli in una cittadina al confine col Messico. In questo presente distopico l’imponente muro alla frontiera (di trumpiana memoria) non serve per bloccare i messicani che vogliono entrare negli Stati Uniti, ma per impedire alle donne accusate di stregoneria di trovare rifugio in Messico. La madre di Claire fa parte di una rete clandestina di volontari che rischiano la vita per offrire un riparo e una via di fuga alle streghe braccate dagli spietati agenti del BWI (Bureau of Witchcraft Investigation), esperti nell’individuarle e nell’eliminarle. L’arrivo in casa di due giovanissime ragazze che hanno da poco perso la madre, bruciata sul rogo, è l’inizio per Claire di un percorso di crescita e di presa di consapevolezza di sè e del mondo circostante. Al suo secondo lungometraggio la giovane regista Elle Callahan realizza un coming of age riuscito e ispirato, nonostante alcuni effetti digitali non proprio all’altezza dovuti probabilmente all’esiguità del budget a sua disposizione. Un’opera vivace e attuale, con molti riferimenti precisi e diretti alla nostra contemporaneità e all’America ferita (lontana ancora dal riprendersi e risollevarsi dall’era Trump) in cui misoginia e discriminazione, ignoranza e superstizione la fanno da padrone. Un horror tutto al femminile, politico come si suol dire nonostante il termine consunto e abusato, con una tensione palpabile e un senso di minaccia incombente impreziosito da un finale liberatorio che omaggia in modo esplicito Thelma & Louise di Ridley Scott, peraltro citato più volte in precedenza. Senz’altro uno dei titoli più interessanti tra quelli proposti nella selezione online del Trieste Sci-Fi. (bs)