È sempre prossima la notte di Halloween ad Haddonfield. Laurie Strode (l’inossidabile Jamie Lee Curtis è ormai a rischio di caricatura di se stessa) scrive un libro sul mostro che terrorizza il paese da oltre 40 anni, mentre sua nipote Allyson è attratta dal giovane Corey, traumatizzato dalla morte accidentale del bambino a cui faceva da babysitter e bullizzato da una banda di ragazzi viziati e annoiati. Il Male però non può morire, ma solo mutare forma e con l’avvicinarsi del 31 ottobre è di nuovo Michael Myers a incarnare la minaccia alla pace nella cittadina. Al tredicesimo film del franchise iniziato nel lontano 1978, pare arrivare il capolinea anche per il personaggio di Michael Myers, sempre meno reale e ormai trasfigurato nel simbolo del Male assoluto. Si conclude anche la trilogia sequel di David Gordon Green, che nel secondo capitolo sembrava averla azzeccata con un efficace, anche se spesso un po’ rozzo, mix di atmosfere (specie grazie all’unità di tempo) e di feroci massacri. Purtroppo le premesse di quest’ultimo lavoro vengono disattese da una parte centrale confusionaria e parecchio tirata via, con sequenze didascaliche e quasi riempitive, mentre il gran finale è meno evocativo ed estremo di quanto sarebbe stato lecito pensare; poco sorprendente e interessante anche l’espediente del ragazzo con la maschera dell’assassino (la prestazione del giovane Rohan Campbell non aiuta). La sensazione è quella del limone spremuto fino all’ultima goccia e anche se una parte degli appassionati godrà ancora di alcuni dei momenti cruenti (la resa dei conti con i bulli per esempio) è molto difficile scorgere in questo prodotto una degna conclusione della saga. (dz)