COMANDANTE
(Regia: Edoardo De Angelis, 2023, con Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, Silvia D'Amico, Johan Heldenbergh, Gianluca Di Gennaro)
Storia vera del comandante del sommergibile Cappellini, Salvatore Todaro, messinese, che nell’ottobre del 1940 affondò un cargo belga che trasportava materiale bellico per i nemici inglesi (il Belgio, ufficialmente, era neutrale) e in seguito salvò i naufraghi del mercantile silurato, prima rimorchiandone la scialuppa di salvataggio, poi ospitandoli a bordo del sottomarino e navigando in emersione fino al porto sicuro delle isole Azzorre, esponendosi così al pericolo degli attacchi nemici. Un atto di grande umanità nella brutalità della Seconda Guerra Mondiale. Il film di Edoardo De Angelis si alimenta di molte spinte e altrettante, contrastanti e complesse ambizioni: da un lato lo sperimentalismo del regista, già all’opera nelle precedenti regie, che intende essere sia rigoroso che popolare, stretto com’è tra l’antispettacolarità e il verismo delle claustrofobiche riprese nel sommergibile e lo sfogo lirico di sequenze ipnotiche come quella del marinaio che libera il naviglio a prezzo della sua stessa vita; dall’altro il desiderio di mostrare l’eroismo senza scadere nella retorica o, peggio, nell’apologia delle imprese militari italiane durante una guerra figlia del fascismo. Le parlate dialettali, l’alternanza tra attimi drammatici e più distesi e la capacità mimetica di Favino sono le cose migliori del film, scritto dal regista con Sandro Veronesi; ma il pericolo della rimozione delle colpe degli italiani “brava gente” (un popolo innocente a differenza del suo regime) è dietro l’angolo e si palesa anche sul finale, malgrado le buone intenzioni. Peccato, bastava poco per vincere la scommessa. (dz)
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