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Dalla Spagna un thriller serrato e ansiogeno.

Un paio di anni fa il regista madrileno Rodrigo Sorogoyen, classe 1981, noto in patria per aver scritto e diretto diverse serie tv, s’impose alla ribalta internazionale con Que Dios nos perdone, thriller cupo e avvincente ambientato in una Madrid arroventata, caotica e tumultuosa, con due poliziotti impegnati a dare la caccia a un serial killer, nonché stupratore, di donne anziane. Da noi purtroppo non ha avuto la stessa fortuna, uscendo con un anno di ritardo direttamente in home video (recuperatelo, non ve ne pentirete).

Con El Reino, presentato in anteprima mondiale a Toronto e appena transitato dal Torino Film Festival nella sezione After Hours, il regista iberico conferma di avere una innata dimestichezza e propensione per il genere thriller, spostando l’azione nel campo della corruzione politica. Ambientato circa una decina d’anni fa e ispirato a eclatanti casi di corruzione che hanno sconvolto e travolto la recente storia politica spagnola, il film segue le vicende di Manuel Lopez-Vidal, politico in grande ascesa e assai considerato tra le fila del suo partito, che in realtà si trova coinvolto e invischiato da sempre in sottrazione di fondi pubblici e in altri reati di varia natura. Quando gli illeciti vengono allo scoperto inizia per lui un’affannosa corsa contro il tempo e un’estenuante lotta contro tutti per cercare di salvarsi e di mantenere intatti i suoi privilegi e la sua condizione economica e sociale. Per farlo è disposto a tutto, a tradire i colleghi e gli amici più cari, a mettere a rischio la famiglia, a far crollare il suo partito se non – addirittura – l’intero Paese, incancrenito da una corruzione che coinvolge l’intero sistema sociale, politico e culturale.

Sorogoyen ha un notevole senso del ritmo, imbastisce un thriller serrato e ansiogeno che non concede tregua allo spettatore, avanzando spedito, elettrico (come il magnifico score musicale composto da Olivier Arson) e frenetico insieme al suo protagonista, perennemente in movimento, con la mdp incollata alle sue spalle mentre entra ed esce da sedi di partito, bar, locali, ristoranti, abitazioni e uffici. Un congegno narrativo efficace e impeccabile, arricchito e impreziosito da sequenze contraddistinte da una tensione crescente, quasi insostenibile (si pensi alla lunga scena del blitz alla festa o alla fuga notturna in auto). Difficile, se non impossibile, empatizzare col protagonista, impersonato in modo magistrale da un gigantesco Antonio de la Torre, uno degli attori più bravi e quotati del cinema spagnolo contemporaneo, sebbene ancora poco conosciuto qui da noi. Il classico politico privo di ideali, cinico e arrivista, capace di tutto pur di rimanere a galla.

L’opera di Rodrigo Sorogoyen, inserita nel catalogo della Movies Inspired, a cui auguriamo di riuscire a distribuirla nei nostri cinema, rappresenta uno sguardo lucido e rassegnato sui meccanismi che governano la scena politica, dove la corruzione e la sete di potere e denaro sembrano essere talmente radicate e istituzionalizzate da far sembrare pura utopia riuscire a estirparle e rimuoverle. Cupo e pessimista nei confronti della natura del genere umano, o forse, semplicemente, realista, El Reino si apre a un finale sospeso che ammutolisce e toglie il fiato.

voto_4

Boris Schumacher
Appassionato di cinema da che ne ha memoria, ha studiato Storia e Critica del Cinema a Firenze dove vive tuttora. Folgorato dal genio creativo di Stanley Kubrick e di Orson Welles, si autodefinisce un malato di cinema più che un cinefilo. Vero e proprio onnivoro, vede di tutto, dal cinema d’autore a quello di genere con un particolare occhio di riguardo verso l’horror e il thriller. Adora il cinema orientale, in particolare quello coreano, il cinema d’animazione (stravede per la Pixar e lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata) e qualche anno fa è rimasto ipnotizzato e folgorato dalle opere del cineasta ungherese Béla Tarr. Scrive anche su Taxi Drivers, web magazine di cinema e cultura e Orizzonti di Gloria – La sfida del cinema di qualità. In passato ha collaborato con Cinemonitor e FilmVillage mentre su MyMovies ha pubblicato un approfondimento sulla serialità statunitense. All'inizio del 2012 ha creato Lost in Movieland, pagina facebook dedicata alla Settima Arte.