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Twin Peaks fu, a suo tempo, la serie televisiva più importante mai uscita fino ad allora.
Fu un autentico successo mondiale, tutt’ora difficile da eguagliare, che riuscì – forse per la prima volta – a far impallidire perfino certe uscite cinematografiche della sua epoca.
Il successo planetario di una serie televisiva nata in sordina, con un budget modesto e priva di star (all’infuori del regista David Lynch, già pluripremiato regista di culto), venne in seguito studiato per anni, e oggi possiamo dire che fu il risultato di molti fattori, alcuni dei quali ancora oggetto di accese discussioni. Uno fra tutti la colonna sonora, forse la migliore nella storia del piccolo schermo. Ma cominciamo dall’inizio, dal primo episodio, il “pilot”.

Il pilot di Twin Peaks, messo in onda nell’aprile del 1990, arrivò in tutto il mondo dopo una lunga campagna pubblicitaria che presentava Twin Peaks come “il nuovo Beautiful”, o Dallas, o Dinasty… In sostanza una soap opera, ma con un tocco di mistery, perché ruotava attorno a “un mistero” di cui il pubblico, prima dell’uscita del pilot, non sapeva assolutamente nulla.
Inoltre, grazie alla presenza di Lynch, la serie si presentava come una serie “d’arte”. Insomma una soap con un piccolo tocco di grande schermo, visto che proveniva dal talento di un grande regista di Hollywood.
Niente di più falso.
Quello che avvenne quella notte, fu una vera e propria coltellata a tradimento nella schiena di milioni di telespettatori che (giustamente) si aspettavano una soap, o qualcosa di molto simile a una soap, e si trovarono invece all’interno di qualcosa di completamente diverso, nel quale rimasero letteralmente incastrati.
Il pilot di Twin Peaks, quel maledetto, primo indimenticabile episodio trasmesso praticamente in mondovisione fu agghiacciante.
Fu una vera e propria discesa all’inferno, un inferno che si nascondeva dietro la facciata di un piccolo paese di montagna – dove vivevano appena qualche migliaio di anime – che si presentava al mondo come un piccolo paese innocente (quelli dove tutti si conoscono e si salutano per strada e, pur tra qualche screzio, dove tutti si vogliono bene).
Un paesello perfetto, circondato da una natura bellissima, dove andare a farsi una scampagnata nel weekend e concludere la giornata con una fetta della torta tipica del posto.
Nulla di più falso.
Proprio come il suo pilot, è la città stessa a tradire la sua stessa gente, nascondendo autentici mostri che si aggirano per il paese sotto gli occhi di tutti, e sto parlando di quel genere di mostri che provengono dalla cronaca nera, quelli di cui la gente come noi, caro lettore, abbiamo veramente paura.
Mostri che vengono raccontati come se il telefilm non fosse una soap, ma una sorta di ricostruzione della morte del piccolo Samuele Franzoni, o il mistero di Marta Russo, il giallo dell’Olgiata… Twin Peaks racconta la morte esattamente com’è, con i suoi pugni nello stomaco, i suoi misteri, i suoi dubbi e soprattutto i suoi mostri.
E Twin Peaks non nasconde i mostri tra le montagne che sovrastano il piccolo paese, ma alla luce del sole, tra le case, in mezzo alla gente per bene, in mezzo a quelli che ogni giorno lavorano onestamente per sbarcare il lunario e perfino tra i giovanissimi, giovani, bellissimi e che prendono bei voti a scuola. Sì, perché anche i giovanissimi hanno il diavolo dentro di sé, a Twin Peaks.
Ecco perché sulla morte di Laura Palmer piangeranno veramente tutti: piangerà tutto il paese e con loro piangerà anche tutto il pubblico mondiale, e tutti penseranno a una disgrazia incomprensibile, o a un mostro venuto da fuori, perché Twin Peaks è una piccola oasi felice, e nient’altro. Deve esserlo.
O almeno questo è ciò che troverà l’agente dell’FBI Dale Cooper, quando verrà mandato dal Bureau a Twin Peaks proprio per investigare sulla morte di Laura Palmer.
Quello che troverà veramente, sarà un inferno, che sconvolgerà lui, la sua squadra e con loro il mondo intero che, negli anni Novanta, non era assolutamente pronto a nulla di questo. Un mondo che, dopo quel primo incredibile pilot (tutt’ora capolavoro, anche a distanza di 25 anni), vivrà letteralmente in spasmodica attesa della prossima puntata.
Poi okay, ammettiamolo: la seconda serie di Twin Peaks si rivelò una delusione, come del resto lo fu il film che uscì in seguito al cinema (Fuoco Cammina con Me).
Questo perché esaurito il filone della storia che ruotava attorno a Laura Palmer, Twin Peaks non seppe rinnovarsi introducendo nuovi misteri che reggessero il paragone con i fatti precedenti, complice anche la latitanza di Lynch, che abbandonò il suo staff lasciandogli l’incombenza di portare avanti la serie praticamente senza di lui.
Ciò nonostante, la sera dell’ultima puntata di Twin Peaks è ancora oggi un ricordo indelebile nella mia mente, anche e soprattutto per il suo finale devastante, che ricordo ancora come un vero e proprio trauma.
Okay, non escludo che, venticinque anni dopo, la mia memoria abbia gonfiato le cose, ma se ricordo correttamente…
Avete presente quando l’Italia arriva in finale ai mondiali?
Avete presente le strade della vostra città vuote, e il silenzio?
Be’, è così che ricordo la notte dell’ultima puntata di Twin Peaks.
All’epoca, inoltre, le televisioni sospendevano le trasmissioni a tarda notte, mandando poi un banalissimo segnale orario fino all’alba.
La notte dell’ultima puntata di Twin Peaks venne fatto uno strappo alla regola, e l’emittente trasmise invece l’ultima puntata a ripetizione, per tutta la notte. Cose mai viste.

Dopo la fine di Twin Peaks, vennero incisi i dischi della colonna sonora e vennero venduti libri su libri, come il Diario di Laura Palmer, le registrazioni di Dale Cooper e chi più ne ha più ne metta.
Twin Peaks non fu una serie televisiva qualunque, ma un vero e proprio fenomeno mondiale.

Un quarto di secolo dopo tanto successo, David Lynch ci riprova, e staremo a vedere come andrà a finire. Certo per molti, specialmente per i fan più accaniti, il paragone sarà durissimo.
Oserei dire senza pietà.

Nel frattempo, godetevi questo finale alternativo della serie, montato personalmente dal vostro scrittore preferito, Wallace Lee. Essendo il finale della seconda stagione del vecchio Twin Peaks, non guardatelo se non avete mai seguito questa splendida serie.
Se invece siete dei fan accaniti e ve ne ricordate il gran finale come se fosse ieri, guardatevi questo video, ma attenzione: troverete una risposta a una domanda che vi siete fatti per venticinque anni, e potreste restarne un po’ sconvolti.

COS’E’ SUCCESSO A COOPER DOPO LO SPECCHIO?

 

 

voto_5

Wallace Lee
Wallace Lee è uno scrittore ed editorialista di cultura per vari siti e riviste. E' noto principalmente come l'autore di Rambo Year One, romanzo-prequel non ufficiale del primo film. Pur essendo solo un ebook gratuito per motivi di copyright, Rambo Year One è arrivato in finale a due premi letterari ed è stato elogiato da personaggi del calibro di Lindsay Johns, noto giornalista inglese di cultura per la BBC.