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L’ECCEZIONE ALLA REGOLA

L’ECCEZIONE ALLA REGOLA

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Un film volutamente atemporale.

Hollywood, 1958: appena arrivato in città, il giovane Frank Forbes (Alden Ehrenreich) viene assunto come autista specializzato nell’accompagnare ai provini le varie attrici messe sotto contratto dal controverso magnate ed imprenditore Howard Hughes (Warren Beatty). Ben presto Frank conosce, e si innamora, della giovane ed ingenua Marla Mabrey (Lily Collins), attrice arrivata ad Hollywood per sfondare nel mondo del cinema con la quale inizia una relazione vietata dallo stesso Hughes, il quale pretende che i suoi dipendenti non abbiano relazioni con le attrici.

A ben diciotto anni dal precedente Bulworth – Il senatore, l’attore e regista Warren Beatty torna dietro la macchina da presa con L’eccezione alla regola (Rules Don’t Apply il titolo in originale), il quinto film della sua filmografia. Uscito nella sale statunitensi a novembre 2016 ottenendo scarsi consensi al botteghino, il film ha però ricevuto una nomination agli scorsi Golden Globe nella categoria Miglior attrice in un film commedia/musical per Lily Collins.

Sceneggiato dallo stesso Beatty che ha collaborato anche al soggetto assieme al due volte Premio Oscar Bo Goldman, L’eccezione alla regola, è un’insolita commedia romantica dalle sfumature drammatiche e sentimentali ambientata nella Hollywood degli anni Sessanta. Con tonalità e atmosfere che combinano grazia ironica e una velata malinconia, il riferimento a cui guarda Beatty pare la commedia classica americana, della quale il regista di Reds prova a restituire la costituzione frizzante e i modi eleganti. Ma in questo piccolo UFO filmico che pare essere L’eccezione alla regola, a colpire è il complesso lavoro sulla messa in scena e sull’immaginario che attraversa e supporta il film. Volendo essere audaci, L’eccezione alla regola assomiglia a un film quasi del tutto immaginario e ad una rappresentazione nella quale nostalgia cinefila, mito fondante e Storia si fondono in un particolarissimo unicum. Si potrebbe definirlo un’opera quasi neoclassica per come Beatty ricostruisce la Hollywood e la Los Angeles degli anni ’60 senza celebrazioni vintage, ottenendo viceversa di offrire allo spettatore una riuscita patina fuori tempo.

Un po’ fuori dal tempo sembra essere anche il personaggio di Marla Mabrey, interpretata da un’ottima Lily Collins in una commistione candida e dolce tra la Emma Stone di La La Land e i ruoli riservati in genere ad attrici come Doris Day. E nella mitologia cinematografica si muove soprattutto la figura di Howard Hughes a cui dà corpo lo stesso Beatty, in una miscela che sembra quella tra un personaggio assente e un fantasma dall’aura mistica, e che anche nella presenza vive, appunto, del proprio immaginario mitico. L’eccezione alla regola sembrerebbe quindi essere proprio un film volutamente atemporale e dolcemente sospeso in un indefinito eterno presente, nonostante il passato nella narrazione del film appaia chiaro.

Se questa è la componente che appare forse la più interessante di un lavoro certamente non perfetto e che è vittima di qualche lungaggine di scrittura, quelle che rimangono all’attivo sono in ogni caso una regia controllata e pulita e una sceneggiatura comunque ben calibrata all’interno del genere, per un’opera che si muove in modo agrodolce tra le varie sfumature sentimentali e le incomprensioni d’amore.

voto_4

Riccardo Tanco
Riccardo Tanco, classe 1993, Nasce a Bollate e vive a Novate Milanese. Diplomato al liceo linguistico nel 2012 comincia ad appassionarsi seriamente al cinema dopo una mistica visione di Pulp Fiction anche se consapevole che il cinema non è iniziato nel 1994. Ora da autodidatta e aspirante cinefilo cerca di scoprire i grandi autori del passato e i registi contemporanei sforzandosi di scriverne in maniera degna. Se glielo chiedono il suo film preferito è Apocalypse Now e ha come sogno nel cassetto fidanzarsi con l'attrice Jessica Chastain. Collabora con i siti Filmedvd, I-Filmsonline, SilenzioinSala e IntoTheMovie.