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THE DARK AND THE WICKED

THE DARK AND THE WICKED

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La conferma del talento horror di Bryan Bertino.

Bryan Bertino si conferma uno dei talenti più fulgidi e cristallini del cinema horror americano del nuovo millennio. Uno dei pochi – assieme a Mike Flanagan – capaci di approcciarsi in modo serio, rigoroso e filologico agli stilemi del genere horror. Uno dei pochissimi a saperli rinverdire e rinnovare, come dimostra The Dark and the Wicked, il suo nuovo film presentato al TFF38 nella nuova sezione Le stanze di Rol curata da Pier Maria Bocchi.

Louise e Michael tornano alla fattoria di famiglia per stare accanto al padre anziano prossimo alla morte. Ben presto si accorgono che la madre è in un profondo stato di confusione e sofferenza psicologica causato non solo dalla condizione del marito, ma dalla convinzione che un’entità malvagia si sia insinuata nella loro famiglia. Di lì a poco anche i figli iniziano a essere preda di incubi e visioni e a credere che il male si sia annidato in profondità nella fattoria.

Bertino costruisce un horror con un crescendo emotivo inesorabile, che non concede un attimo di tregua allo spettatore, impreziosito da alcune sequenze fortemente disturbanti e impressionanti, dimostrando un amore per il genere cinematografico di appartenenza davvero genuino e commovente. Lo testimonia ulteriormente l’incredibile, accurato e certosino lavoro sul sonoro che sta dietro al film, sui rumori, sulle musiche, perfino sulle attese e sui silenzi. Un film di genere che non trascura alcun aspetto, dall’impianto visivo, allo script, fino ad arrivare alla funzionale e azzeccata composizione del cast.

L’horror contemporaneo non può ridursi e abbassarsi a una sequela noiosa e interminabile di jumpscare – che qui peraltro non mancano e provocano pure un sano terrore a differenza di quelli presenti nei due soporiferi capitoli di IT di Muschietti – ma deve saper costruire un discorso e un percorso articolato e complesso, riuscendo a lavorare a dovere sulle immagini. Deve insomma avere qualcosa da dire e da mostrare, deve sapersi rinnovare. Bertino questo percorso lo porta avanti da tempo, a partire da The Strangers, folgorante home invasion con cui ha debuttato alla regia nel 2008 oltre a occuparsi in prima persona del soggetto e della sceneggiatura, come ha continuato a fare nei lavori successivi, l’incompreso e sottostimato Mockingbird e The Monster, il suo penultimo film uscito quattro anni fa.

Oltre a fare il regista e lo sceneggiatore, Bertino negli anni è diventato anche produttore di titoli altrui, come February: L’Innocenza del Male di Oz Perkins, passato da Torino nel 2015, e The Strangers: Prey at Night, il sequel del suo fortunato film d’esordio di cui ha curato la sceneggiatura ma non la regia, affidata a Johannes Roberts. Perché l’horror, quello vero, è una cosa maledettamente e dannatamente seria, come sostiene a ragione il curatore delle Stanze di Rol. E infatti non è facile oggigiorno costruire, scrivere e dirigere un film di spavento che faccia realmente paura.

The Dark and the Wicked è un horror rurale feroce e spietato, tragico e perturbante, in cui il male e il maligno si annidano ovunque, fanno parte di noi e dei nostri legami familiari. Uno dei migliori film horror di un’annata poco ricca e fortunata per il genere, forse proprio perché il 2020 è stato già terrificante e infausto di suo, senza bisogno di ricorrere ai film di paura.

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Postilla (a cura di Denis Zordan)

Recensendo alcuni anni fa l’opera seconda di Bertino, Mockingbird, applaudivo la lucidità teorica del cineasta, capace di tirare le somme e rimettere in prospettiva almeno tre lustri di horror: partendo dalla deviazione metalinguistica degli anni Novanta arrivava a fare i conti col found footage e la sua eredità, in un tripudio di opere della più varia riuscita, da Scream ed epigoni a The Blair Witch Project, Paranormal Activity e tutti i loro numerosissimi seguiti e derivati. Ma dopo The Dark and the Wicked vien da dire che non avevamo ancora visto nulla (e avremmo forse dovuto sforzarci di dedurre qualcosa di meglio dall’ottimo sequel di The Strangers, girato da Johannes Roberts). Bertino, con un pugno di film sottovalutati dai più, è in grado di misurarsi con il genere horror su larga scala e, nella relativa stringatezza di un’opera di 93’ con un budget di 13 milioni, condensa gli elementi fondanti del filone in maniera solo in apparenza canonica. Il Male è letteralmente ovunque fin dal principio come nell’impressionante Goksung – La presenza del diavolo (2016) di Na Hong-jin, ma è prima di tutto già dentro, nello sguardo, nella suggestione, nella presenza stessa. E ciò che inquieta e sbigottisce di più non è certo nei – peraltro dosati – momenti più strettamente orrorifici (allucinazioni, macelleria slasher, jump scare), ma nell’oltranzismo con cui regia e sceneggiatura superano le normali resistenze dello spettatore, l’adesione all’ottica razionalistica dei protagonisti e, in definitiva, il concetto stesso di affidabilità delle immagini e della comprensione delle stesse: senza rottura “scandalistica” del punto di vista, eppure senza concessioni. Da studiare. Per quanto mi riguarda, una pietra miliare. (dz)

Boris Schumacher
Appassionato di cinema da che ne ha memoria, ha studiato Storia e Critica del Cinema a Firenze dove vive tuttora. Folgorato dal genio creativo di Stanley Kubrick e di Orson Welles, si autodefinisce un malato di cinema più che un cinefilo. Vero e proprio onnivoro, vede di tutto, dal cinema d’autore a quello di genere con un particolare occhio di riguardo verso l’horror e il thriller. Adora il cinema orientale, in particolare quello coreano, il cinema d’animazione (stravede per la Pixar e lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata) e qualche anno fa è rimasto ipnotizzato e folgorato dalle opere del cineasta ungherese Béla Tarr. Scrive anche su Taxi Drivers, web magazine di cinema e cultura e Orizzonti di Gloria – La sfida del cinema di qualità. In passato ha collaborato con Cinemonitor e FilmVillage mentre su MyMovies ha pubblicato un approfondimento sulla serialità statunitense. All'inizio del 2012 ha creato Lost in Movieland, pagina facebook dedicata alla Settima Arte.