FRANKENSTEIN

(Regia: Bernard Rose, 2015, con Xavier Samuel, Carrie-Anne Moss, Danny Huston, Tony Todd)

FRANKENSTEIN

Frutto di un esperimento scientifico volto a ricreare la vita, Adam (che pensa e parla di sé come il “Mostro”) fugge dal laboratorio in cui viene sottoposto a dolorose e terribili prove per seminare il terrore in una Los Angeles ignara e degradata. L’intelligente rivisitazione contemporanea di Frankenstein operata da Bernard Rose (autore del bel Candyman, del quale torna l’attore feticcio Tony Todd, qui nei panni del barbone cieco che aiuta Adam) è molto disturbante e sanguinosa e segue solo parzialmente la traccia dell’originale fin dall’inizio in medias res. L’effetto è straniante e rende impossibile aggirare i temi che si agitano sullo sfondo, riassumibili nelle terribili responsabilità della scienza contemporanea. Ma quella che colpisce di più è la lancinante parabola di Adam, da creatura angelica a reietto sfigurato e senza colpe nei bassifondi della città. Un horror a basso costo di spessore inconsueto, che avrebbe meritato maggiore considerazione e fortuna e che regge le sue ambizioni molto meglio del sopravvalutato Ex Machina. (dz)

voto_4