STONEWALL

(Regia: Roland Emmerich, 2015, con Jeremy Irvine, Jonathan Rhys Meyers, Jonny Beauchamp, Ron Perlman)

STONEWALL

1969: Danny Winters (Jeremy Irvine) è un ragazzo gay appena trasferitosi a New York in cerca di una vita migliore. Nella città, viene in contatto con il movimento omosessuale e le ingiustizie e vessazioni che i gay subiscono da parte della polizia e delle autorità. A seguito di ulteriori privazioni di diritti, Danny partecipa alla rivolta avvenuta nei pressi del bar Stonewall, segnando l’inizio del movimento di liberazione gay negli Stati Uniti.
Tratto dalla storia autentica dei moti di Stonewall, una serie di scontri tra omosessuali e poliziotti avvenuti il 27 giugno 1969 a New York considerati simbolicamente come l’inizio della lotta gay per i diritti in America: Roland Emmerich abbandona momentaneamente il suo solito cinema fracassone per avvicinarsi al dramma storico. Unendo il cinema civile e di denuncia sociale con il racconto di formazione e di consapevolezza politica, Emmerich realizza un film didascalico e imbevuto di retorica che gira attorno alle tematiche della lotta al pregiudizio e dei diritti civili. Se l’intento di documentare un momento storico è nobile, non si va però lontani da una mediocre fiction tv, anche perché la mano del regista tedesco è oltremodo irritante e si ferma solo sull’ovvio e sul già noto, e nel complesso pare di assistere a un prodotto fuori tempo massimo. (rt)

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