I MAGNIFICI SETTE

(Regia: Antoine Fuqua, 2016, con Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D'Onofrio, Peter Sarsgaard, Haley Bennett)

I MAGNIFICI SETTE

Il soggetto è sempre quello de I Sette Samurai di Kurosawa alla base anche della pellicola di John Sturges, ma la riscrittura operata da Nic “True Detective” Pizzolatto e Richard Wenk, che rende esplicito ciò che nel film del 1960 non lo era (la presenza di una miniera d’oro da sfruttare), sembra ammiccare in modo promettente all’attualità nell’efficace incipit in chiesa, con il discorso del cattivo sui rapporti tra democrazia, capitalismo e religione, termini perfettamente intercambiabili tra loro. Purtroppo è solo un lampo, il film di Fuqua rientra presto nei ranghi e si trasforma in un ordinario remake hollywoodiano, fatto di star che reclamano per il loro personaggio spazio e minuti (il dosaggio sembra proprio fatto col bilancino), unitamente alla prevedibile correttezza politica e a una parte finale che per spettacolarità guarda molto più ai lavori di Sergio Leone che al western classico. Tutto abbastanza standardizzato insomma, e anche se il citazionismo è sotto i livelli di guardia, almeno quello (ma lo è anche l’ironia, purtroppo), si fatica a trovare un senso e una necessità nell’operazione, pleonastica sotto tutti i punti di vista. (dz)

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