MISS PEREGRINE – LA CASA PER RAGAZZI SPECIALI

(Regia: Tim Burton, 2016, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Ella Purnell)

MISS PEREGRINE – LA CASA PER RAGAZZI SPECIALI

Per tutta la vita, l’anziano Abe (Stamp) ha raccontato al nipote Jacob (Butterfield) della sua giovinezza durante il secondo conflitto mondiale trascorsa nella casa per bambini speciali di Miss Peregrine (Green), sorta di collegio isolato dalla civiltà, che ospita fanciulli dai poteri straordinari che preferiscono rimanere nascosti al resto del mondo. Dopo la misteriosa morte del nonno, l’introverso Jacob decide di partire per il Galles per capire se erano solo fantasie. Scoprirà che l’istituto esiste davvero, in una “bolla” temporale che congela i suoi abitanti in una giornata del lontano 1943. Ma l’idillio sta per essere infranto. Perché oltre a Jacob anche il malvagio Barron (Jackson), con il suo esercito di mostruosi spiriti “vacui”, è sulle tracce della casa protetta dalla determinata Miss Peregrine. E i bambini dovranno usare i loro poteri per fronteggiare le forze del male. Da un best seller di Ransom Riggs e su una sceneggiatura inutilmente contorta di Jane Goldman, Burton, dopo la parentesi “normalizzante” di Big Eyes, tenta di tornare ad atmosfere a lui più congeniali. L’idea della scuola abitata da freaks reietti e dotati di poteri magici, specie di versione horror degli X-Men, pare una variazione “all’eccesso” su temi già affrontati dal regista. Ma se la prima mezz’ora, virata su toni da fiaba nera, solletica la curiosità del pubblico, sottintendendo un raffronto tra i profughi di guerra e i ragazzini rifugiatisi nella magione, poi è evidente la svogliatezza con cui Burton porta a compimento l’operazione. Mancano magia, emozione, sincerità. Manca completamente il senso di pietas nei confronti dei mostruosi protagonisti. E insieme alle ambizioni sfuma tutto il resto, e il film si risolve in una scontata, frenetica battaglia “digitale” tra le forze del bene e quelle del male che vale meno di un brutto film della serie Harry Potter. Sprecatissimo il cast adulto, a partire da un macchiettistico Samuel L. Jackson in uno dei punti bassi della carriera; e la bella Eva Green, per quanto in parte, sta in scena pochissimo. La confezione è leccata e manieristica, ma da un autore come Burton, nonostante diverse prove altalenanti negli ultimi anni, ci si aspetterebbe qualcosa di più. (ap)

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