SING

(Regia: Christophe Lourdelet, Garth Jennings, 2016, con personaggi animati)

SING

Il koala Buster Moon, impresario di scarse fortune, per risollevare le sorti del suo teatro indice una gara (una sorta di talent show) per scovare nuovi talenti canori e mettere in piedi uno spettacolo di successo che gli permetta di salvarsi dal fallimento. Complice un macroscopico errore nei volantini promozionali, in cui viene promessa una somma altissima al vincitore, alle audizioni si presentano centinaia di concorrenti. A spuntarla saranno in pochi: un topo, un giovane gorilla, due maialini, un’elefantessa e una porcospina. Tutti ben decisi a dare un senso alle loro esistenze. Funziona tutto in Sing, a partire dal travolgente incipit, con la macchina da presa impegnata in una corsa forsennata per le vie della città che si arresta solo per introdurci i vari personaggi e ripartire, più frenetica che mai, per scovare e presentarci gli altri protagonisti. Il nuovo lavoro della Illumination, che sembrava essersi persa dopo i mezzi passi falsi di Minions e Pets, riscopre il piacere della narrazione corale con personaggi (tutti animali antropomorfi) riusciti e indovinati. Un film dai tempi perfetti e dal ritmo indiavolato, capace d’intrattenere grandi e piccini con una storia di riscatto (con annessa caduta e conseguente risalita) semplice e diretta. Non si punta sull’originalità né tantomeno ad un livello d’animazione sbalorditivo, ma sull’innegabile presa di un racconto che possiede una sua identità e una voglia genuina di divertire e divertirsi insieme al pubblico in un tripudio di canzoni – perlopiù pop – reinterpretate per l’occasione da Reese Witherspoon, Seth MacFarlane e Scarlett Johansson che danno voce ad alcuni dei personaggi principali. (bs)

voto_4