LE DONNE E IL DESIDERIO

(Regia: Tomasz Wasilewski, 2016, con Julia Kijowska, Magdalena Cielecka, Dorota Kolak)

LE DONNE E IL DESIDERIO

La Polonia del 1990 nel segno del cambiamento, dopo la vittoria della democrazia, servirebbe da sfondo e metafora per le storie di quattro donne che vogliono scappare dalla solita routine fredda e asettica. Il giovane regista Tomasz Wasilewski, già etichettato da qualcuno come il Dolan polacco, riesce a fare molto peggio del canadese. Non bastano un’orrida fotografia (truccata al computer) a rischio emicrania e la totale mancanza di rispetto verso i suoi personaggi femminili e i loro corpi (cosa che svela la misoginia di fondo, mascherata da atteggiamento finto progressista); non basta mostrare amplessi e masturbazioni in piani sequenza fissi con decenni di ritardo rispetto a un Todd Solondz (che aveva già detto e mostrato tutto sui dispiaceri del sesso) e soprattutto dopo Elle, che ci ha insegnato come la vera provocazione nell’era di Youporn è il non mostrare. Wasilewski dimostra anche di non aver mai visto un film di Cassavetes (che è ancora attualissimo, nel linguaggio cinematografico e nella potenza dei ritratti femminili, tanto per fare un esempio), ma di essersi nutrito del peggior Dogma 95, anche per la sceneggiatura (vincitrice di un Orso d’Argento, complimenti!): si inizia con un inchino a Vinterberg (la cena di Festen), si prosegue con una provocazione religiosa e ci si riserva il colpo basso verso la fine. E’ questo il cinema che ci meritiamo? Per una volta lode ai titolisti italiani che hanno tentato di rendere decente qualcosa che poteva ispirare solo repulsione: il titolo originale è Gli stati uniti dell’amore. (dv)

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