L’INSULTO

(Regia: Ziad Doueiri, 2017, con Adel Karam, Kamel El Basha, Camille Salameh, Rita Hayek, Diamand Bou Abboud)

L’INSULTO

Un insulto è la miccia dello scontro tra due uomini, il meccanico libanese Tony e l’ingegnere palestinese Yasser (Coppa Volpi a Venezia 2017 per l’ottimo Kamel El Basha): prima l’uno di fronte all’altro, poi in tribunale e con i rispettivi avvocati; la questione, che già aveva contorni politici, finisce per coinvolgere i supporter dell’una e dell’altra parte, per poi ritornare al confronto personale tra i due individui che vi hanno dato vita. Il film di Ziad Doueiri ha i pregi e i difetti che decide di avere. È un film “giusto”, nel senso che arriva a una conclusione “giusta” (solo il dialogo e l’umana comprensione possono mettere fine all’odio e agli scontri tra i gruppi etnici), ritagliato dalla sceneggiatura su misura degli avvenimenti politici e storici di una terra martoriata da stragi e rivalse sanguinarie senza fine (lo spettatore occidentale non esperto non riesce a cogliere tutti i riferimenti, ma il senso è comunque chiaro). Ma è anche un film schematico che poggia su forzature “didattiche” (la battaglia in tribunale tra gli avvocati padre e figlia che rappresentano altrettante generazioni con un punto di vista differente sulla questione del rapporto con i palestinesi e, ancor di più, con il passato). Allo spettatore decidere se, di fronte a temi tanto esplosivi, è bene farsi convincere dalla bontà delle intenzioni – le hanno messe in dubbio i palestinesi, che hanno contestato il regista – o rifiutare le modalità del sermone. (dz)

voto_3