TUTTI I SOLDI DEL MONDO

(Regia: Ridley Scott, 2017, con Michelle Williams, Christopher Plummer, Mark Wahlberg, Romain Duris, Charlie Plummer, Marco Leonardi)

TUTTI I SOLDI DEL MONDO

Ormai (tristemente) famigerato per essere il film da cui Kevin Spacey è stato “cancellato” in seguito agli scandali sessuali che lo hanno coinvolto, il thriller di Ridley Scott che ricostruisce gli eventi del rapimento di John Paul Getty III del 1973 è davvero il disastro da molti paventato? Diciamo che, come molte altre sortite del regista, è un grande film non riuscito. Se storicismi e accuratezza non interessano per niente a Scott (ma gliene è mai importato?) col rischio di far storcere il naso a parecchi (ma alcune cose, come la sequenza nel covo dei brigatisti, esondano effettivamente nel ridicolo), la lente d’ingrandimento andrebbe puntata soprattutto sull’ambizione di realizzare un cupo pamphlet sull’avidità e il possesso: temi su cui è facile capire perché si sia rispecchiato l’anziano e ateo regista, attento in particolar modo a rendere sfaccettata la figura di un avido e onnipotente Getty (bravo Plummer), la cui unica fede è quella nel potere del denaro e degli oggetti. Se il professionismo di Scott è innegabile (quasi metà delle scene sono state rigirate in un paio di settimane), altre scelte sono assai discutibili (come il casting di Duris nel ruolo del capo dei rapitori… calabresi) e i momenti fuori tono si alternano costantemente a quelli convincenti (il montaggio alternato sul finale, così enfatico e sfacciato, a suo modo operistico). Ma se è vero che un film non va giudicato soppesando pro e contro con la calcolatrice, nell’insieme Tutti i soldi del mondo è un film più affascinante e interessante di quello che potrebbe apparire ad uno sguardo superficiale. (ap)

voto_3