THE DISASTER ARTIST

(Regia: James Franco, 2017, con James Franco, Dave Franco, Seth Rogen, Ari Graynor, Alison Brie, Josh Hutcherson)

THE DISASTER ARTIST

Ogni generazione ha il regista-freak che si merita (da Tanio Boccia a Ed Wood), solo che oggi certe opere rimangono nella memoria collettiva “più del film che ha vinto l’Oscar dieci anni fa”. Fa uno strano effetto scoprire che gli stessi sceneggiatori di Colpa delle stelle e Città di carta, nonché un regista che ha sempre cercato quarti di nobiltà in Steinbeck, McCarthy e Faulkner, riescano in un operazione teorica adattando un libro sul peggior film mai girato. James Franco coglie l’aria dei tempi, riflettendo (involontariamente?) di come agli inizi del secolo sia cambiata la fruizione del cinema; e lo fa sia con un finale potente che ha una lunga serie di antecedenti (da Buio in sala di Dino Risi all’episodio di Kiarostami in Chacun son cinéma, ma forse il Nostro aveva in mente il biopic su Hitchcock), sia se si colgono le similitudini (romanzate) rispetto al film a cui The Disaster Artist è più spesso paragonato, Ed Wood di Tim Burton: lì l’incontro con Orson Welles qui quello con Bryan Cranston (e fa riflettere per l’importanza che le serie tv oggi hanno rispetto ai film), il successo finale agli antipodi nei due film, il successo che arriva solo affermando se stessi (mentre Ed Wood amava il cinema pur raccontando storie scellerate), nonché le omissioni (Burton taceva il forte alcolismo, qui viene taciuta la misoginia) forse per rendere più affabile Wiseau già degenerato di suo (dal look, dall’accento). Ma, come nota giustamente Roberto Curti su Blow-Up, altri lati oscuri vengono omessi: Wiseau realizza se stesso, ma ci riesce solo grazie al denaro, eliminando così la riflessione sull’America come landa delle opportunità solo per chi ha un buon conto in banca (la passione, quindi, non c’entra nulla), e la mattanza degli attori da uno studio hollywoodiano all’altro viene solo accennata. Poca cosa comunque, rispetto a un buon film che servirà in futuro a capire gli sviluppi e le degenerazioni del cinema, da parte di chi lo guarda e di chi lo fa. (dv)

voto_4