ILLEGITTIMO
(Regia: Adrian Sitaru, 2016, con Adrian Titieni, Alina Grigore, Robi Urs, Bogdan Albulescu, Cristina Oldeanu)

Grazie al coraggio di Lab80 Film finalmente anche gli spettatori italiani hanno la possibilità di scoprire il talento e la bravura di Adrian Sitaru, uno degli autori di punta della nuova onda romena insieme a Cristian Mungiu, Cristi Puiu e Corneliu Porumboiu. I suoi ultimi due lavori, Fixeur e Illegittimo, presentati rispettivamente a Toronto e Berlino nel 2016, approdano in contemporanea sui nostri schermi dopo essere stati applauditi e apprezzati in svariati festival internazionali. Due storie che indagano e esplorano le tante contraddizioni della società rumena contemporanea, incapace di fare i conti con un passato amaro e doloroso, pronto a riemergere con forza e drammaticità. Se Fixeur, di cui ci siamo occupati in occasione del passaggio al Torino Film Festival, era incentrato su questioni spinose e attualissime come lo sciacallaggio e il cinismo dei media pronti a tutto pur di soddisfare la morbosa e malsana curiosità del pubblico, Illegittimo s’interroga sulla natura dolorosa e conflittuale dei rapporti familiari. Protagonista una famiglia di Bucarest alle prese con un violento scontro generazionale dopo che i quattro figli, di cui due gemelli di sesso opposto, vengono a sapere che il padre, medico, durante il regime di Ceausescu è stato un delatore, contribuendo a far arrestare le donne che clandestinamente provavano a interrompere la gravidanza (pratica illegale in Romania dal 1966 fino alla caduta della dittatura). Il capofamiglia, interpretato dal bravissimo Adrian Titieni, rivendica con orgoglio il suo operato davanti ai figli nauseati, increduli e sbigottiti. Poco dopo scopriremo che Sasha e Romeo, i due gemelli poco più che ventenni, hanno una relazione e che la ragazza è rimasta incinta. I rapporti familiari, già tesi e conflittuali, s’inaspriscono ulteriormente. Girato quasi esclusivamente in interni, perlopiù nella casa in cui vivono i protagonisti, Illegittimo è un dramma familiare che rispecchia quello di un’intera nazione, coi figli che accusano i padri di aver contribuito ad affossare e umiliare il paese, ancora alle prese con i nefasti postumi di un regime terribile e sanguinario. Genitori assenti o incapaci di esercitare il proprio ruolo, sordi alle richieste d’aiuto dei propri figli, cresciuti in un clima di diffuso malessere, senza valori etici e morali, impossibilitati a distinguere ciò che è giusto e naturale da ciò che invece non lo è, come nel caso dei gemelli incestuosi. Un piccolo film low budget girato in poche settimane e con diversi piani sequenza di grande intensità e efficacia, come l’iniziale scena a tavola. Il finale, amaro e arreso, dimostra quanto sia ancora lunga e difficoltosa la strada da seguire per smarcarsi e affrancarsi da un passato deleterio e ingombrante. (bs)
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