IO SONO TEMPESTA
(Regia: Daniele Luchetti, 2018, con Marco Giallini, Elio Germano, Eleonora Danco, Simonetta Columbu)

Se Silvio Muccino con Le Leggi del Desiderio (2015) voleva mettere alla berlina certe mitologie intorno al successo e fare contemporaneamente critica della società italiana, Luchetti rimane fedele all’impostazione drammatica del suo maggior successo, Il Portaborse, dipingendo con Marco Giallini un faccendiere (ovviamente) cinico e gli effetti nefasti della sua filosofia esistenziale su un gruppo di poveri stereotipati incontrati nell’inferno dei servizi sociali. Non manca qualche discreto spunto di cattiveria sulle risorse inaspettate dei “buoni” (che tali non sono del tutto), ma la levità del film si trasforma molto spesso in frivolezza (il ritratto delle prostitute-studentesse lascia molto più costernati che divertiti come doveva essere nelle intenzioni). E il finale, con il padre di Tempesta che pranza col figlio in galera, nulla ha a che fare con l’amarezza della migliore commedia all’italiana. Uno di quei film che vorrebbero sinceramente essere satira mordace, ma proprio non ce la fanno. (dz)
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