LA TERRA DELL’ABBASTANZA

(Regia: Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo, 2018, con Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Max Tortora, Luca Zingaretti)

LA TERRA DELL’ABBASTANZA

Presentato a febbraio al Festival di Berlino, La terra dell’abbastanza viene distribuito, da noi, solo a giugno: chi lo andrà a vedere? nonostante una buona accoglienza da parte della critica, forse pochi, ed è un vero peccato. Perché l’esordio dei fratelli D’Innocenzo sa bilanciare da un lato lo sguardo sulla criminalità nella periferia romana, collocandosi in un proficuo filone nato da Non essere cattivo, e dall’altro lo sbandamento esistenziale di queste anime in pena costrette a vivere in un non-luogo con i loro grandi errori. Si parte da una situazione tanto paradossale quanto iperreale e lo stile si adegua a questo sbandamento: pieno di primi piani, con gli spazi e il resto del mondo e delle persone perennemente fuori fuoco, proprio per sottolineare ulteriormente l’alienazione che divide i suoi protagonisti con la realtà che li circonda. Ne viene fuori un film claustrofobico, in cui la chiusura del quadro è anche metafora dell’impossibilità di uscire da un mondo degradato. Bravissimi tutti gli attori che dialogano e urlano in un dialetto romano più vero del vero, tra i quali un insospettabile Max Tortora. Riponiamo grosse speranze in questi due nuovi registi. (dv)

voto_4