LA PRIMA NOTTE DEL GIUDIZIO
(Regia: Gerard McMurray, 2018, con Y'lan Noel, Lex Scott Davis, Joivan Wade, Marisa Tomei, Rotimi Paul)

Dopo il capostipite “nobile” (perché il protagonista era Ethan Hawke), la fortunata serie della Blumhouse ha preso con risolutezza e convinzione la strada del genere: ma solo il primo seguito ha mostrato apprezzabile concretezza, pur senza toccare vette memorabili. Archiviato due anni fa il terzo capitolo, il più “politico”, questo prequel – che per la prima volta nella serie vede James DeMonaco solo autore dello script – raschia invece il fondo del barile ispirandosi alle iniquità di Trump e alludendovi senza troppe sottigliezze. Passino le allusioni a Carpenter (e verosimilmente a se stesso, dato che Staten Island, teatro di questo primo sfogo annuale, è anche il titolo del lungometraggio d’esordio alla regia di DeMonaco, datato 2009), ma le idee sono davvero ai minimi termini. Tutto appare cheap, povero e preconfezionato: sia che si tratti delle macchinazioni dei Nuovi Padri Fondatori sia che si consideri il futile personaggio della psicologa interpretata da Marisa Tomei (in versione bionda) destinata ad essere usata per gli scopi del Potere. Né sembra un valore aggiunto l’approccio all black, tanto semplice da suonare usurato. Forse è proprio il caso di smetterla qui. (dz)
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