AMICHE DI SANGUE

(Regia: Cory Finley, 2017, con Olivia Cooke, Anya Taylor-Joy, Anton Yelchin, Paul Sparks)

AMICHE DI SANGUE

Una delle due ha qualche problema mentale, anche se gli psicologi non sembrano averla ancora messa del tutto a fuoco. L’altra dovrebbe starle accanto e aiutarla. Finiscono col progettare di far fuori il patrigno di una delle due. Un esordio passato al Sundance che arriva in sala alla chetichella all’inizio di agosto, tempo conclamato per fondi di magazzino, ma che ambizioni ne cova parecchie. Su una patina indie (ma il rischio è che il termine, spendendolo ovunque, significhi sempre meno), il regista Finley tenta di costruire una black comedy con tratti insoliti e possibilmente perturbanti, memore forse di Creature del Cielo di Peter Jackson (che vide la prima comparsa sullo schermo di una certa Kate Winslet, non dimentichiamolo). Ma la direzione è impari rispetto alle pretese e il rimando ai toni del primo Bret Easton Ellis non convince granché. Non per demerito delle attrici però: se questa opera prima conserva un pizzico di fascino sbilenco è grazie alla presenza di Olivia Cooke (Ready Player One) e soprattutto Anya Taylor-Joy, lanciatissima da The VVitch, e ora in arrivo nel sequel di Unbreakable. Ultimo film prima della scomparsa per Anton Yelchin, ma l’attore non lascia il segno. (dz)

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