HEREDITARY – LE RADICI DEL MALE

(Regia: Ari Aster, 2018, con Toni Collette, Gabriel Byrne, Milly Shapiro, Alex Wolff, Ann Dowd)

HEREDITARY – LE RADICI DEL MALE

Altra opera prima di un cineasta ambizioso, altro prodotto di provenienza Sundance che raggiunge le nostre sale nel bel mezzo della stagione afosa, anche se con maggiore attenzione di battage rispetto all’esordio di Cory Finley, Amiche di Sangue. Hereditary – Le Radici del Male non brilla certo per l’originalità, ma punta a vincere sul piano degli spaventi, non esitando a infilarli uno dietro l’altro pur di conquistare l’attenzione dello spettatore. Strada che tuttavia, a gioco lungo, dà l’impressione di mostrare la corda di un’ispirazione latitante, con la regia che si affanna a colmare le lacune attraverso uno sfoggio di shock fin troppo da manuale: teste mozzate, fantasmi, sedute spiritiche, possessioni, demoni, tutto (troppo!) in successione così rapida, insistente e priva di humour da far sorgere il serio sospetto di non aver niente di realmente urgente e significativo da dire. Senza scordare che lo spettatore deve far fronte a un racconto che eccede abbondantemente le due ore. Qualche idea (il plastico…) è sprecata, Toni Collette purtroppo anche. I paragoni con L’esorcista (ma pure con The Witch) di qualche sciagurato lasciamoli perdere, grazie. (dz)

voto_2