MOST BEAUTIFUL ISLAND

(Regia: Ana Asensio, 2017, con Ana Asensio, Natasha Romanova, David Little, Nicholas Tucci, Larry Fessenden, Caprice Benedetti)

MOST BEAUTIFUL ISLAND

Luciana è un’immigrata spagnola nella Grande Mela che, in fuga dal suo passato, si sbatte tra un lavoretto e l’altro mentre cerca la vera opportunità della sua vita. La proposta di un’amica russa sembra proprio allettante: 2000 dollari in una sera solo partecipando a un cocktail party di ricconi. Ma c’è il rovescio della medaglia, naturalmente. Uscita ferragostana con poche copie e, si capisce, nessuna spinta promozionale per l’insolito esordio dietro la macchina da presa dell’attrice madrilena Ana Asensio, poco nota da noi, che dirige, scrive e recita nel ruolo principale. Che sappia di cosa parla – le traversie dei giovani immigrati a caccia di fortuna a New York, dai problemi con l’assicurazione medica ai lavoretti malpagati – è indubbio, e il pedinamento macchina a mano della protagonista con annessa discesa agli inferi per una notte non manca di momenti forti (anche se chi ha fatto riferimento alla crudeltà polanskiana esagera alquanto). Dove il film risulta meno convincente, oltre al fatto di aderire semplicisticamente alla tesi che sottende, è nel ritratto parecchio stereotipato di ambienti e personaggi (i ricchi viziosi, le solite pratiche voyeuristiche e sadiche). Se da un lato Most Beautiful Island intriga, dall’altro rimane succube di un’ottica ristretta. Non che ci dispiaccia vedere in sala film che escono dai canoni della nostra distribuzione, comunque: non sarà Cassavetes, ma averne di esordienti così determinati. (dz)

voto_3