EUFORIA
(Regia: Valeria Golino, 2018, con Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Valentina Cervi, Jasmine Trinca)

Ettore (Mastandrea) e Matteo (Scamarcio) sono fratelli, ma non potrebbero essere più diversi: il primo è un taciturno e sensibile insegnante, il secondo è un professionista in carriera di successo, gay e un po’ sprezzante. La scoperta di un tumore di Ettore li riavvicina, ma il dialogo non è spontaneo e la comprensione tra i due è ardua da raggiungere. Anche perché Matteo fa quanto più può per nascondere al fratello la gravità della situazione clinica. Malgrado il plot drammatico, i riferimenti della Golino – alla sua seconda regia dopo Miele – sono quelli della commedia, sia pure rivista e adeguata al tema, più propensa ai sorrisi che alle risate. Purtroppo la regia è abbastanza inerte e con la scusa di dare spazio alle performance dei protagonisti fa affiorare i limiti di una scrittura fin troppo calibrata e attenta a non sconcertare lo spettatore: appunto per questo, se gli attori fanno la loro parte (alcuni momenti di Mastandrea in particolare lasciano il segno), non si può non annotare come tutto rimanga abbastanza programmatico e da manuale, destinato a uno sviluppo lieve solo perché il copione lo prevede (il viaggio a Medjugorje, pensato come una parentesi sollevata e in fondo ilare, stona proprio perché palese luogo comune di sceneggiatura). Al netto delle buone intenzioni, un film che non avvince e non convince, complice anche un finale molto prevedibile. (dz)
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