ANCORA UN GIORNO
(Regia: Raúl de la Fuente, Damian Nenow, 2018, con personaggi animati)
Il 1975 non è solo l’anno in cui si conclude formalmente la Guerra del Vietnam. È anche l’anno in cui, in un territorio molto meno al centro dell’attenzione come l’Angola, già colonia portoghese, scoppia l’ennesima guerra civile sullo sfondo della situazione internazionale determinata dalla Guerra Fredda. Una tragedia destinata a durare quasi 27 anni che vede il celebre giornalista polacco Ryszard Kapuściński nei panni del testimone privilegiato dei primi tempi del conflitto, fino all’intervento dei cubani e dei sudafricani. A partire dal suo reportage, il documentarista Raúl de la Fuente e il giovane animatore polacco Damian Nenow costruiscono un film che tradisce in gran parte il testo febbrile e incalzante dello scrittore, capace di rendere in modo vivido e angosciante le fasi convulse dei combattimenti come l’atmosfera spaventosa e irreale della capitale Luanda nei giorni della formale proclamazione dell’indipendenza angolana. Al di là delle lodevoli intenzioni, la mescolanza di elegante graphic novel, di spezzoni documentari con alcuni dei protagonisti e di retorica fin troppo generosamente elargita, non riesce ad emozionare quanto potrebbe. La sorte degli uomini e delle donne (su tutte la straordinaria guerrigliera Carlota) raccontati da Kapuściński rischia sempre di suonare attutita e filtrata attraverso il marcato registro cerebrale impresso dalla regia. Questo non ha impedito al film di venire acclamato dalla critica e vincere il premio come miglior film d’animazione agli European Film Awards 2018. (dz)
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