GODZILLA II: KING OF THE MONSTERS

(Regia: Michael Dougherty, 2019, con Kyle Chandler, Vera Farmiga, Ken Watanabe, Bradley Whitford, Charles Dance)

GODZILLA II: KING OF THE MONSTERS

Avete presente i filmacci della Asylum, lo studio cinematografico americano nato alla fine degli anni ’90, specializzato in produzioni a basso budget destinate solitamente al circuito direct to video, contraddistinte da una recitazione approssimativa e da risibili e pacchiani effetti speciali? Ebbene, Godzilla II: King of the monsters sembra provenire da quel circuito lì, con l’unica differenza che è costato ben 200 milioni di dollari! Non funziona alcunché in questo indegno e goffo sequel del bel film diretto da Gareth Edwards nel 2014. Lo si capisce da subito che il film realizzato da Michael Dougherty, autore pochi anni fa del divertente horror natalizio Krampus, non ha nulla a che spartire col primo capitolo, se non la resa visiva dell’iconico lucertolone radioattivo concepito dal cinema giapponese a metà anni ’50 per esorcizzare l’incubo dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Nel film di Edwards le apparizioni di Godzilla erano centellinate e ben dosate, gli scontri tra i kaijū erano epici e imponenti, inseriti com’erano in un contesto plumbeo e apocalittico. Qui invece si finisce a più riprese nel ridicolo involontario, la trama è ingarbugliata e sgangherata, gli attori sembrano lasciati a se stessi, si aggirano smarriti sul set e fanno a gara per conquistare lo scettro della peggior interpretazione dell’anno (facile prevedere innumerevoli candidature in tutte le categorie ai prossimi Razzie Awards). Insomma, non si salva niente e nessuno nel disastroso e disastrato blockbuster della Warner Bros, comprese le musiche altisonanti, tronfie e pompose firmate da Bear McCreary. 130 minuti inutili e interminabili, due ore abbondanti di vita rubata ai poveri e malcapitati spettatori. Povero Godzilla, poveri noi, non c’è niente di più esiziale di un film di serie Z fatto coi soldi. (bs)

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