JULIET, NAKED – TUTTA UN’ALTRA MUSICA

(Regia: Jesse Peretz, 2018, con Rose Byrne, Chris O'Dowd, Ethan Hawke)

JULIET, NAKED – TUTTA UN’ALTRA MUSICA

La commedia romantica con certi temi va a nozze da sempre, con cosa le si celebra resta da vedere. Lui (Hawke) è infatti un cantante troppo sensibile, bruciatosi dopo il primo disco e ormai in disarmo, ben nascosto lungo venticinque anni di legami sbagliati e figli sparsi qua e là. Lei (Byrne) si sta bruciando al contrario, all’ombra di un fidanzamento perenne e senza figli per scelta (…) con un compagno intellettuale (O’Dowd) sfegatato fan del cantante scomparso alla vista. Galeotta fu la stroncatura (di lei a un demo di lui), i due delusi prendono a scriversi e tutto è destinato a mutare. Dall’incrocio tra la produzione di Judd Apatow, la presenza di Ethan Hawke, la scrittura del sempre leggero e garbato Hornby (ma la varia riuscita di trasposizioni come Febbre a 90°, About a Boy e Alta Fedeltà dovrebbe essere di monito) e la regia di Jesse Peretz (che oltre alla serie Girls è responsabile anche del nemmeno spregevole Quell’idiota di nostro fratello), già membro dei Lemonheads fino a It’s a Shame about Ray, ci si poteva aspettare forse qualcosa di più sentito che una blanda riscrittura di pattern sentimentali visti all’opera in modo più incisivo altrove: senza scordare che il tentativo di far ridere si infrange su situazioni improponibili (una sorta di bisbetica family reunion al capezzale di un infartuato) o personaggi di contorno che non apportano valore o interesse (ci interessa qualcosa dei problemi della sorella lesbica della Byrne?). Si sorride molto di rado e non ci si commuove, se poi ci si vuole accontentare della citazione di Waterloo Sunset dei Kinks… beh, è davvero il minimo sindacale. (dz)

voto_2