CRAWL – INTRAPPOLATI
(Regia: Alexandre Aja, 2019, con Kaya Scodelario, Barry Pepper, Ross Anderson)
Haley (Kaya Scodelario) vive in Florida, è una studentessa e un’abile nuotatrice. Quando un uragano di devastante potenza si abbatte sulla regione, si trova a dover salvare il padre (Barry Pepper) intrappolato nella cantina della sua casa allagata: ma deve fare i conti con un branco di alligatori che hanno invaso la zona. Alexandre Aja non lo scopriamo certo oggi. Il quarantenne regista di Alta tensione e del remake di Le colline hanno gli occhi aveva già fatto la sua parte nel sottogenere horror della “natura contro” firmando nel 2010 un altro (pseudo)remake, Piranha 3D, sgangherata e ridanciana rilettura trash del cult di Joe Dante. Crawl però è molto diverso da quello e cavalca soprattutto la cialtronesca sceneggiatura dei fratelli Rasmussen (che già avevano messo le mani in The Ward – Il Reparto di John Carpenter) in cui a farla da padrone è il familismo di grana grossa, mentre lo shock degli assalti dei coccodrilli viene diluito per oltre un’ora in tante scene che smorzano la tensione e non regalano certo grandi sorprese. Nonostante la rozzezza del tutto (o forse proprio per effetto di questa), il pubblico sembra gradire e a fronte di 13,5 milioni di dollari di budget sta ricompensando il film oltre i suoi meriti con, ad oggi, una quarantina di milioni negli USA e un ottimo risultato nel resto del mondo: Sam Raimi, che produce, ne sarà felice. Per chi si accontenta. (dz)
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