STORIA DI UN MATRIMONIO
(Regia: Noah Baumbach, 2019, con Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Ray Liotta, Alan Alda)
Charlie e Nicole (Adam Driver e Scarlett Johansson) stanno divorziando, ci sono di mezzo un bambino, la carriera di lui e di lei, rispettivamente regista di teatro e attrice, e anche la nota opposizione tra New York e Los Angeles. Vorrebbero tenere il profilo basso e lasciarsi di comune accordo, ma poi (si) mettono di mezzo gli avvocati e le cose si complicano di molto. Secondo film consecutivo prodotto da Netflix (dove arriverà a dicembre) a Noah Baumbach dopo il troppo lodato The Meyerowitz Stories, Marriage Story è presente in Concorso a Venezia 2019 dove ha ricevuto una calorosa accoglienza dalla critica. È certamente uno dei migliori tra i suoi film, centrato com’è su temi che il regista conosce e articola ormai da anni con successo e in molte salse. È anche un film che come si suol dire sembra a volte davvero “da manuale di sceneggiatura”, e che ribadisce una volta di più come Woody Allen sia il riferimento più prossimo insieme ai vissuti personali. Ma se Baumbach sa di essere bravo e nel dialogo di Nicole (Johansson è peraltro notevole) nello studio dell’avvocato indulge a una certa maniera, il film alla distanza regala sequenze davvero convincenti (il contraddittorio tra i legali in tribunale, con i protagonisti silenziosi e spinti ai margini dell’inquadratura, è per esempio splendido nella sua brutalità), dove anche un’esplosiva Laura Dern ha modo di prodursi in almeno un numero da applausi (più gratuito viceversa quello che vede protagonista Driver quasi in chiusura). C’è qualcosa di troppo e non c’è niente di nuovo, ma c’è di che essere contenti. (dz)
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