BABYTEETH

(Regia: Shannon Murphy, 2019, con Eliza Scanlen, Toby Wallace, Ben Mendelsohn, Essie Davis)

BABYTEETH

Mentre aspetta il treno alla stazione, l’adolescente Milla (la ventenne Eliza Scanlen, nota al pubblico televisivo per il ruolo di Amma nell’ottima miniserie Sharp Objects) incontra il giovane spacciatore Moses (Toby Wallace). Milla è da tempo malata di cancro, ma lo strano sodalizio funziona, sia pure tra momenti di tensione dovuti anche ai genitori di Milla (Ben Mendelsohn ed Essie Davis), preoccupati dell’influenza del ragazzo sulla fragile figlia. L’opera d’esordio dell’australiana Shannon Murphy, seconda e ultima regista in Concorso con un film a Venezia 2019 (l’altra è Haifaa Al-Mansour con The Perfect Candidate) cerca uno sguardo e un ritmo insoliti con i quali scansare le pratiche ricattatorie di tanto cancer movie. L’ibridazione con il genere teen funziona solo a singhiozzo, interrotta com’è dalle notazioni sui bizzarri e incerti genitori della protagonista e sulle loro piccole manie, insicurezze, ansie da prestazione verso la ragazza. Pur senza strafare – il che rende conto della discreta benevolenza e simpatia con cui buona parte della critica lo ha accolto – il film si irrigidisce su un tono agrodolce e divagante che, se per un verso cerca di rappresentare gli alti e bassi tipici della gioventù, non smette per l’altro di lasciare affiorare tutta la sua gratuità di fondo. E oltretutto, 120 minuti sono veramente troppi per quello che c’è da raccontare. (dz)

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