LA MAFIA NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA
(Regia: Franco Maresco, 2019, con Letizia Battaglia, Ciccio Mira, Cristian Miscel, Matteo Mannino, Franco Maresco)

Il venticinquesimo anniversario (caduto nel 2017) delle stragi mafiose di Capaci e di via D’Amelio a Palermo, in cui perirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è lo spunto di Franco Maresco per il suo nuovo film. Cosa pensano i palermitani dei due giudici ed eroi della lotta alla mafia? Il regista di Cinico Tv interpella la gente comune, la fotografa e attivista Letizia Battaglia e molti altri, tra cui l’opaco (e sempre in bianco e nero) Ciccio Mira di Belluscone – Una Storia Siciliana, ancora alle prese con l’organizzazione di concerti di cantanti neomelodici in un contesto improbabile, il quartiere ZEN. L’indagine e le domande al centro di La mafia non è più quella di una volta producono soprattutto risposte infarcite di finto menefreghismo e vera, mastodontica e assordante reticenza, che percorre tutta l’opera e le imbarazzate e imbarazzanti alzate d’ingegno di Ciccio Mira e dei suoi sodali e collaboratori. Il film rischia di chiudersi dentro questa cupa consapevolezza e arrendersi alla contemplazione del peloso vitalismo dei protagonisti, i consueti freaks che popolano il cinema dell’autore. Eppure questo nuovo lavoro di Maresco è più compatto e incisivo del precedente (quasi fosse uno spin-off che evolve in stand-alone) perché abbraccia una rassegnazione ragionata equidistante tanto dal pessimismo piagnone che dal formalismo un po’ blasé e scettico. Al fondo, insomma, c’è sostanza, come dimostra il – forse soprattutto sibillino, ma cinematograficamente vivace e riuscito – inserto animato che allude all’atteggiamento del Presidente della Repubblica. La mafia non sarà più quella di un tempo, ma per Maresco il cinema tiene il punto, eccome. (dz)
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