SCARY STORIES TO TELL IN THE DARK

(Regia André Øvredal, 2019, con Zoe Margaret Colletti, Michael Garza, Austin Zajur, Dean Norris, Gabriel Rush)

SCARY STORIES TO TELL IN THE DARK

Halloween, 1968: nella notte del 31 ottobre a Mill Valley in Pennsylvania, gli amici Stella (Zoe Margaret Colletti), Chuck (Austin Zajur) e Auggie (Gabriel Rush) organizzano uno scherzo ai danni di Tommy Milner, un bullo arrogante che frequenta Ruth (Natalie Ganzhorn), la sorella di Chuck. I ragazzi, inseguiti, vengono aiutati a scappare da Ramon (Michael Garza), un giovane messicano appena trasferitosi in città. I quattro si nascondono in una vecchia casa abbandonata oggetto di oscure leggende locali dove si narra abbia vissuto Sarah Bellows, una giovane donna di fine ‘800 responsabile della scomparsa e della morte di molti bambini del luogo. Dentro la casa, Stella ritrova un vecchio libro appartenuto e scritto proprio da Sarah che contiene alcuni racconti spaventosi di mostri. Nei giorni successivi, i racconti del libro cominciano ad avverarsi e i ragazzi presenti quella notte nella casa ne saranno le ignare vittime. Basato sull’omonima serie di libri per ragazzi scritta da Alvin Schwartz tra il 1981 e il 1991, Scary Stories to Tell in the Dark è il terzo film del regista norvegese André Øvredal, già dietro la macchina da presa per Troll Hunter (2010) e The Autopsy of Jane Doe (2016). Il film è prodotto da Guillermo del Toro ed è tratto da un soggetto scritto dallo stesso Del Toro assieme a Patrick Melton e Marcus Dunstan mentre lo script è firmato da Dan e Kevin Hageman. Uscito negli USA ad agosto, il film è stato presentato anche alla Festa del Cinema di Roma 2019. Dopo il poco riuscito Autopsy, con Scary Stories to Tell in the Dark, André Øvredal realizza un horror/fantasy ambientato nel passato, sfruttando con buon mestiere molti classici archetipi del genere. Strutturato come una fiaba nera divisa per capitoli (dove ogni macrosequenza corrisponde a un racconto del libro fulcro della trama), il film ha una regia elegante e solida, gestisce bene le particolari atmosfere e rinnega lo spavento facile. Il compendio “mostruoso” e una certa estetica dark e fiabesca richiamano l’immaginario del produttore Del Toro, ma Scary Stories to Tell in the Dark mantiene un suo percorso e una sua identità filmica, tiene viva la tensione e appassiona. Ovviamente è anche un film sul potere del racconto come fuga dalla rabbia e come veicolo di verità o menzogna, un’opera che parla di affrontare le proprie paure in ottica di coming of age. Più in profondità forse è un film sull’impossibilità di discernere  un male materiale, orribile e visibile (il Vietnam? Nixon? il film non spiega nulla ma incuriosisce con gli accenni) da un male immaginario e nascosto. (rt)

voto_4