GLI UOMINI D’ORO
(Regia: Vincenzo Alfieri, 2019, con Fabio De Luigi, Gianmarco Tognazzi, Edoardo Leo, Giampaolo Morelli, Matilde Gioli, Giuseppe Ragone, Mariela Garriga)
Sembra muoversi qualcosa nel recente panorama del cinema italiano di genere. Seppur timidamente, quasi in silenzio, a bassa voce, col pubblico che latita o mostra diffidenza quando ha a che fare con titoli di casa nostra non riconducibili alle solite commedie o al cinema d’autore. Gli uomini d’oro è un heist movie all’italiana che nel titolo omaggia 7 uomini d’oro di Marco Vicario ma guarda soprattutto a un certo tipo di cinema americano, in primis a Tarantino che viene citato esplicitamente in una scena godibile e divertente ripresa letteralmente da Pulp Fiction. Vincenzo Alfieri, qui al suo secondo lungometraggio, sceglie di utilizzare volti noti e familiari della nostra commedia come Fabio De Luigi, Edoardo Leo, Giampaolo Morelli e Gianmarco Tognazzi per realizzare un noir ispirato a una incredibile storia vera ambientata a Torino a metà degli anni ’90. Ben scritto e sceneggiato dallo stesso regista insieme a Alessandro Aronadio (regista di Orecchie, divenuto negli anni un piccolo cult), Renato Sannio e Giuseppe Stasi, il film – efficace per tempi e ritmo – è suddiviso in tre capitoli, ognuno incentrato su uno dei personaggi principali. Di volta in volta lo spettatore segue i preparativi e gli sviluppi del colpo attraverso il punto di vista dei vari protagonisti, con la classica tecnica della scomposizione temporale e plurisoggettiva che rimanda nuovamente a Tarantino (Jackie Brown), che a sua volta si era ispirato al seminale Rapina a mano armata di Stanley Kubrick. Il casting è uno degli aspetti più interessanti e coraggiosi de Gli uomini d’oro, mai banale e in controtendenza rispetto a quanto siamo abituati a vedere nei film italiani, con un De Luigi decisamente inedito, finalmente lontano e svincolato dalle solite commedie e un Gianmarco Tognazzi, nel ruolo dello stilista strozzino, che col passare degli anni si dimostra sempre più bravo. È un peccato che il film non stia performando bene al box office perché meriterebbe di essere premiato dal pubblico italiano. (bs)
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