LE MANS ’66 – LA GRANDE SFIDA
(Regia: James Mangold, 2019, con Matt Damon, Christian Bale, Caitriona Balfe, Tracy Letts, Remo Girone, Josh Lucas)
La grande vittoria della Ford sulla già leggendaria Ferrari alla 24 Ore di Le Mans del 1966 nelle vicende che videro nascere la rivalità tra Henry Ford II (qui interpretato da Tracy Letts) ed Enzo Ferrari (Remo Girone) e nella storia di coloro che resero possibile l’impresa: il pilota e meccanico Ken Miles (Christian Bale) e l’ex vincitore della corsa e imprenditore Carroll Shelby (Matt Damon). Inizialmente pensato con Tom Cruise e Brad Pitt nelle parti principali, ma non è quello che fa la differenza: il film girato da James Mangold sembra, per usare le espressioni care all’ultimo Bret Easton Ellis (Bianco), un film del Post Impero girato come se il post non fosse mai arrivato (ma non mi spingo a dire trumpiano, basta con queste etichette da quattro soldi). Ben 152 minuti gonfi solo di modestia registica e malcelato autocompiacimento che trovano nelle sequenze di corsa un parziale correttivo alla banalità imperante (e il doppiaggio mortifica ulteriormente il tutto, ancor di più nell’imbarazzante parentesi a Maranello). Mangold, dopo il più che discreto esito di Logan, si conferma un regista discontinuo. Ad uso e consumo di un pubblico specialmente americano di bocca (molto) buona, ma se appena si pensa a quanta distanza ci sia da quel gioiello dimenticato di Grand Prix (John Frankenheimer, 1966) anche l’adrenalina si smorza. (dz)
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