CHE FINE HA FATTO BERNADETTE?

(Regia: Richard Linklater, 2019, con Cate Blanchett, Billy Crudup, Emma Nelson, Kristen Wiig, Judy Greer)

CHE FINE HA FATTO BERNADETTE?

A giudicare dai trailer in sala, tra le narrazioni che sembrano avere più successo ci sono quelle che vedono al centro persone di mezza età le quali, armate di coraggio, prima o poi ce la fanno a dare un ordine alla propria vita: e gli spettatori, tra lacrime e grandi emozioni, tornano a casa rasserenati. Un tipo di cinema consolatorio, usa e getta, vittima del piccolo schermo pre-Netflix. Adattando un romanzo di Maria Semple, sceneggiatrice di roba come Innamorati pazzi, il risultato non poteva certo essere interessante, a meno di non decostruire il materiale di partenza: Linklater dirige, quindi, un monumento all’istrionismo di Cate Blanchett (con imbarazzanti product placement da parte di Amazon), la cui Bernadette cerca in tutti i modi di sfuggire alla banalità dell’esistenza, ritrovare il coraggio di vivere, riallacciare gli affetti familiari e ricominciare a dare sfogo alla sua creatività: ma con la profondità di un brutto film tedesco, di quelli che passano in fascia pomeridiana su Canale 5, droni in Antartide inclusi. I personaggi non sono approfonditi abbastanza da essere interessanti, il ritmo impiombato da orribili musichette è quello dei film per famiglie e se altrove Linklater riusciva a partire da qualcosa di minuscolo (una relazione tra due sconosciuti o il fatto di vivere nei sobborghi) e allargarlo ad una riflessione quasi esistenzialista sul nostro stesso stare al mondo, qui si limita ad un bignamino su quanto dobbiamo essere bravi per poter affrontare le sfide più impensabili con tanto coraggio; e si rabbrividisce al pensiero che la sceneggiatura porti la sua firma. Basta una figlia cinica per parlare di continuità autoriale? Pazienza, anche il regista, come i suoi personaggi migliori, è un essere umano e come loro (e noi) avrà delle bollette da pagare. (dv)

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