FIGLI
(Regia: Giuseppe Bonito, 2020, con Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi, Stefano Fresi, Andrea Sartoretti, Gianfelice Imparato)
Manca e mancherà per lungo tempo, al cinema e alla serialità televisiva, la penna di Mattia Torre. Lo si sapeva già la scorsa estate quando una lunga e brutta malattia se lo è portato via a soli 47 anni. Lo riscopriamo adesso, in occasione dell’uscita in sala di Figli, opera postuma scritta e sviluppata da Torre a partire da un suo monologo e diretta da Giuseppe Bonito, contattato dallo stesso sceneggiatore e regista romano quando comprese che non avrebbe fatto in tempo a realizzarla in prima persona. Nicola e Sara vivono a Roma, hanno una figlia di sei anni a cui a breve si aggiungerà un fratellino. Turbati e preoccupati al pensiero di allargare la famiglia, dopo i primi mesi di calma apparente dalla nascita del piccolo toccano con mano quanto possa essere faticoso e traumatico, oltreché destabilizzante per gli equilibri di coppia, ricominciare tutto da capo con un secondo figlio. Come aveva già fatto per La linea verticale, serie tv (recuperatela se non l’avete già vista) scritta e diretta da Mattia Torre basata sulla sua esperienza personale mentre si trovava ricoverato in ospedale, anche per Figli l’autore parte dalla componente autobiografica, dal proprio vissuto. Un film ironico e intelligente, che spesso e volentieri si apre a squarci surreali e trova la sua forza nella scrittura ispirata e acuta di Torre, abile nel tratteggiare con grande arguzia, grazia e delicatezza problematiche e difficoltà che riguardano tutti. Si parla di genitori, figli, nonni, amici, tate e parenti, di un’Italia fragile e incasinata, di una società contraddistinta da egoismi, isterismi, diffidenze e divisioni, rimasta orfana di punti di riferimento. Si descrive una quotidianità tragicomica, quasi ostile e minacciosa a causa dei tanti doveri asfissianti da cui si vorrebbe scappare gettandosi (letteralmente) dalla finestra. Però, alla fine, si dice anche che si può andare avanti e restare uniti nonostante tutto. Si ride tanto durante la visione di Figli che ha all’interno attimi indimenticabili e invenzioni geniali, come la sonata di Beethoven che “per convenzione” sostituisce il pianto del bambino. Una commedia acuta e penetrante – impreziosita da due interpreti bravissimi come Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi – capace di far riflettere e pensare, sorridere e commuovere. Sì, Mattia Torre manca e ci mancherà enormemente. (bs)
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