IMPREVISTI DIGITALI

(Regia: Benoit Delépine, Gustave Kervern, 2020, con Blanche Gardin, Denis Podalydès, Corinne Masiero, Vincent Lacoste, Lucas Mondher, Michel Houellebecq)

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Per lo spettatore italiano, la commedia francese è un mondo a sé stante: ne ha una conoscenza frammentaria e su di essa coesistono diversi orizzonti d’attesa che vanno a soddisfare ognuno una determinata fascia di pubblico. Al suo interno esiste un filone le cui origini potrebbero risalire a Bertrand Blier e che trova la sua massima espressione odierna in Quentin Dupieux, nei film del quale si trova un gusto per l’assurdo messo in scena con imperturbabilità e senza sottolineature, aiutato da una regia non banale. Imprevisti digitali segue questa scia, mettendo però in primo piano ossessioni perfettamente calate nei nostri tempi. Chi scrive confessa di ignorare i precedenti film della coppia Delépine & Kervern e di essersi fiondato in sala spinto dal cameo di Michel Houellebecq: per poi trovarsi di fronte ad un film che inquadra un mondo periferico e post-tutto quasi analogo a quello di Gummo, ma con la citazione di Tutti pazzi per Mary e di Raul Ruiz (!). Critica e cinefili sono spesso divisi quando si parla di commedia transalpina, ma raramente si è visto empatizzare così tanto con gli scarti della società digitalizzata, esseri impossibilitati ad essere cool pur servendosi degli stessi mezzi e strategie della gente “perbene” (a cui sono destinati i film di Honoré, probabilmente) e le cui scelte, una volta calatici nel loro universo, non ci sembrano più così assurde; meglio di qualsiasi commedia indie americana recente. Francofortisti e teorici dei media potrebbero trarne dei begli spunti di analisi. Menzione speciale per la bella scelta di usare dei brani di Daniel Johnston, a sottolineare la differenza tra i freaks di due epoche inconciliabili. (dv)

voto_4