UN ALTRO GIRO
(Regia: Thomas Vinterberg, 2020, con Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang, Lars Ranthe, Maria Bonnevie)
Tutti professori delle superiori, maschi ammogliati e annoiati, sulla cinquantina: per scherzo cercano di dimostrare quale soglia alcolica possono reggere prima di rischiare la dipendenza in un paese di bevitori come la Danimarca. Ma per poco non finirà male. Thomas Vinterberg, memore delle sue origini di provocatore made in Dogma 95, torna sempre allo scopo primario, scandalizzare la borghesia mostrandole il marcio che la impregna. Ancora una volta, tuttavia, gli esiti sono altamente ipocriti: un colpo al cerchio e un colpo alla botte, ritraendo la mano una volta lanciato il sasso e avvitandosi sul suo assunto di partenza. Il vitalismo si accartoccia nella paura di soffrire dei quattro sodali, mentre le stilettate al benpensantismo (memorabile solo quella che vede gli studenti del protagonista scegliere Hitler come leader politico al posto di Churchill e Roosevelt) suonano annacquate. E appellarsi al protagonismo della macchina da presa e alla coperta (corta) della fotografia contrastata non basta più se il progetto estetico è ormai così ondivago e malcerto. Il finale celebra il ritorno dell’identico e sancisce un’ispirazione trascurata e misera. Oscar immeritato per il miglior film in lingua straniera. (dz)
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